«Continua l`attacco dello Stato all`enorme patrimonio economico finanziario della criminalità organizzata, in questo caso di Cosa Nostra, di una delle famiglie più importanti, quella di Castelvetrano, che fa riferimento a Matteo Messina Denaro»â€‹, ha affermato il generale Giuseppe Governale, capo della Direzione Investigativa Antimafia.
«â€‹Carmelo Patti - ha aggiunto Governale - è stato un personaggio particolare, perché partì dalla Sicilia nel 1960 per raggiungere la Lombardia. Quando nel 1961 il Tribunale lo dichiarò fallito, lui disse di non avere nemmeno i soldi per mangiare. 50 anni dopo lo troviamo a capo di un impero economico, che sfiora i due miliardi di euro. Una crescita dirompente, non priva di difficoltà, ma che ha potuto imporsi evidentemente anche grazie all'appoggio esterno non sempre lecito. Giravano intorno a lui personaggi indissolubilmente legati a Cosa Nostra. Facciamo riferimento, per esempio, ad un certo Michele Alagna, la cui sorella ha dato alla luce la figlia di Messina Denaro. Si è ora disvelato definitivamente l’immenso patrimonio che aveva accumulato e che era passato agli eredi. L’azione dello Stato è programmata e programmatica. Oggi possiamo dire che finisce un’era, quella di Carmelo Patti e dei suoi accoliti”.».