Per intuire, un minimo, di che tipo di botta alla mafia sia stata data ieri e diffusa stamattina, analizziamo il provvedimento di sequestro, e contemporanea confisca, realizzato grazie alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, nei confronti del defunto Carmelo Patti.
I NUMERI – Un miliardo e mezzo di euro. È questo il valore dei beni confiscati (la confisca è un provvedimento definitivo a differenza del sequestro) - ad ora - agli eredi dello scomparso ex patron della Valtur, ma è un dato stimato prudenzialmente. E, dal tono usato dagli inquirenti durante la conferenza stampa di stamane presso la Dia (Direzione investigativa antimafia) di Palermo, la stima potrebbe essere stata fatta per difetto e, quindi, i beni potrebbero essere molti di più. 25 le società di capitali attive nel cablaggio di componenti elettrici per autovetture in mezzo mondo, nel comparto turistico-alberghiero, nel campo finanziario e nel settore immobiliare. 3 Resort, 1 Golf Club, 400 ettari di terreno [ubicati nei comuni di Robbio (PV), Castelvetrano (TP), Campobello di Mazara (TP), Favignana (TP), Mazara del Vallo (TP), Marettimo (TP), Isola di Capo Rizzuto (KR), Ragusa e Benevento], 232 immobili (tra abitazioni, magazzini e opifici). 21 sono i metri del veliero in legno, il ‘Valtur BAHIA’ (iscritto nei registri del Porto di Londra ed ora in disarmo, ormeggiata nel porto di Mazara del Vallo). Innumerevoli rapporti bancari e disponibilità finanziarie in corso di quantificazione ma che evidenziano somme, già accertate e liquide, sui conti correnti per 50 milioni di euro. 18 i milioni di euro in immobili confiscati in Brasile, e altri milioni in fase di accertamento in Tunisia.
UN IMPERO IMMENSO AGGREDITO GRAZIE ALLE INTUIZIONI DI GIOVANNI FALCONE – L’emissione dell’odierno provvedimento di sequestro e contestuale confisca: “È stato reso possibile – ha tenuto a sottolineare il capo della Dia, generale Giuseppe Governale, in apertura di conferenza stampa – grazie al nucleo investigativo per l’aggressione dei patrimoni mafiosi, voluto tanti anni fa da Giovanni Falcone, quando lavorava al ministero di Grazie e Giustizia”.
LA LISTA DEI BENI – In particolare, sono interessate dal provvedimento le seguenti società:
CABLELETTRA Spa, con sede a Vigevano (PV), e le sue unità locali di Limatola (BN), Melfi (PZ), Roma, Torino e Castelvetrano;
CABLACAR Srl, in scioglimento e liquidazione, con sede a Vigevano (PV), e le sue unità locali di Robbio (PV);
ELETTRO MODULI DI BUFFOLINO MARIA LUCIA & C. S.n.c, con sede a San Marco Evangelista (CE);
CO.INVEST – COMPAGNIA INVESTIMENTI IMMOBILIARI Srl, con sede a Vigevano (PV), e la sua unità locale di Robbio (PV);
VALTUR Spa, in amministrazione straordinaria, con sede Milano, e le sue unità secondarie in Marocco e Tunisia:
MEDITERRANEO VILLAGES Spa, con sede a Milano;
COSTA VERDE Srl, con sede Milano;
TORRE PIZZO INVESTIMENTI Srl, con sede Milano;
FINANZIARIA CABLE Srl, con sede a Vigevano (PV);
FINANZIARIA TURISTICA Srl, con sede a Vigevano (PV);
IMMOBILIARE MILANO 5 Srl, con sede a Milano;
SCV Srl, con sede a Menzel Jemil (Tunisia);
CABLE INTERNATIONAL S.A., con sede a Lussemburgo;
PONTI E STRUTTURE SARDEGNA Srl - P.S.S. Srl – in scioglimento e liquidazione, con sede a Milano;
MULTICASA UNO Srl – in liquidazione, con sede a Milano;
VALTUR RESORTS Spa in amministrazione straordinaria (già VALTUR CASA Spa), con sede a Milano;
GIRAUDI Srl, con sede a Milano;
VILLAGGIO DEGLI ATLETI Srl, con sede a Milano;
VILLAGGIO DI OSTUNI Srl, con sede a Milano;
VILLAGGIO DI MARILLEVA Srl, con sede a Milano;
VEDETTE VIAGGI Srl, con sede a Milano;
F.IM.E.C. Srl – in liquidazione, con sede a Vigevano (PV);
LOGISTIC CENTER Srl, con sede a Vigevano (PV), e le sue unità locali di Pignataro Interamna (Fr), Robbio (PV);
CASTELGANDOLFO Spa, con sede a Milano;
HOLDING TURISTICA ITALIANA Srl, con sede a Vigevano (PV);
le quote di partecipazione:
detenute da PATTI Carmelo nella società OLIO & OLIVA Srl;
detenute dalla SICAV S.r.l. nella società ex VALTUR;
detenute dalla Società Immobiliare M.M. S.r.l. nella società ex VALTUR;
i villaggi turistici/alberghi e le strutture sportive:
Resort PUNTA FANFALO in Favignana (TP);
Resort CAPO RIZZUTO in Isola di Capo Rizzuto (KR);
Resort KAMARINA in Ragusa;
Golf CASTELGANDOLFO con sede in Roma.
I difensori degli eredi del Cavaliere Carmelo Patti – avv. Francesco Bertorotta, avv. prof. Angelo Mangione e avv. Luciano Infelisi – hanno annunciato che ricorreranno subito in appello ed in ogni altra sede, compresa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, per chiedere l’annullamento del decreto del Tribunale di Trapani. Ecco la loro nota.
Il Cavaliere Carmelo Patti è stato un gran lavoratore che è emigrato al nord Italia – nei primi anni ’60 — costruendo con intelligenza e sacrificio uno dei più importanti gruppi imprenditoriali dell’indotto F.I.A.T. sino ad assumere una dimensione multinazionale che ha dato lavoro e benessere a migliaia di persone. Il Cavaliere Carmelo Patti è stato uno dei protagonisti del “risveglio economico” italiano.
II Cavaliere Carmelo Patti è deceduto da quasi tre anni ed il giudizio oggi espresso dal Tribunale di Trapani è profondamente ingiusto e giuridicamente errato, anche perché contraddetto da decisioni assolutorie emesse sugli stessi fatti da tutti i giudici che si sono occupati di queste vicende.
La sua totale estraneità a contesti mafiosi e stata tra l’altro accertata dalla Procura antimafia di Palermo che sin dal 21 febbraio 2001 ne ha chiesto e ottenuto l’archiviazione, e confermata dai piu importanti e attendibili collaboratori di giustizia fra cui Giovanni Brusca e Vincenzo Sinacori. Il Cavaliere Patti, inoltre, non è mai stato sottoposto a procedimenti penali per i reati di truffa e bancarotta che, incredibilmente, il Tribunale di Trapani ha creduto di poter ipotizzare dal nulla. Infine è stato assolto con ampia formula liberatoria dai reati di evasione fiscale che il Tribunale di Trapani, in aperta contrapposizione con le sentenze passate in giudicato, ha ritenuto di poter porre a fondamento dell’ingiusta decisione.
Il provvedimento del Tribunale di Trapani, purtroppo, rappresenta un vero e proprio cortocircuito della giustizia in quanto emesso in violazione di tutti i principi che regolano le misure di prevenzione, e si pone in aperto abbandono di quei principi fondamentali ribaditi con forza, anche di recente, dalla Corte di Cassazione, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei diritti dell’uomo.
Crediamo nel nobile valore della Giustizia e siamo assolutarnente certi che l’Autorita giudiziaria saprà riconoscere la correttezza dell’operato del Cavaliere Patti restituendogli, ancorché post mortem, quell’onorabilita e quella dignità che un provvedimento cosi ingiusto ed errato ha pensato di poter macchiare.
Alessandro Accardo Palumbo
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