L'Italia si è fermata. Per la prima volta dal 2014 il Pil segna "crescita zero".
L'Istat ha aggiornato i dati del terzo trimestre e scoperto che il passo del Paese è scivolato in territorio negativo. Nel terzo periodo dell'anno, infatti, il Prodotto interno lordo è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Si tratta del primo dato negativo dopo 14 trimestri di crescita.
Il governo, nella Nota di aggiornamento al Def, prevedeva di chiudere l'anno con una crescita dell'1,2%.
Intanto il tasso di disoccupazione a ottobre sale ancora toccando il 10,6% con una crescita di 0,2 punti su settembre, a seguito di un arrotondamento, e un calo di 0,5 punti su ottobre 2017.
"C'è uno 0,1% in meno e questo significa che la manovra del governo Gentiloni è stata insipida e non espansiva", l'attacco del ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, dopo i dati dell'Istat. "La manovra 2018 - ha proseguito a margine di un evento al Mise - non ha fatto ripartire l'economia. Nel 2019 ripartirà perché iniettano risorse fresche". Anche per Matteo Salvini "il Pil negativo è il risultato delle vecchie manovre basate su tagli e austerità. Nel 2019, con la nostra manovra fondata su più lavoro e meno tasse, l’Italia tornerà a crescere".
Un mese fa Lega e M5S potevano contare sul 57,8% nella media dei sondaggi registrati da «youtrend.it», più del 50,1% del giorno delle elezioni di marzo ma appena meno delle medie più recenti. Il consenso verso di loro, in aggregato, non ha mai smesso di salire. Nel frattempo però le famiglie italiane hanno smesso di spendere e le imprese hanno rinunciato a investire a un punto tale da far arretrare l’economia durante l’estate e da portare il Paese forse già nel pieno di una recessione. Al punto, persino, da far registrare nei primi cinque mesi di vita del governo un ritmo di distruzione di posti di lavoro persino più rapido di quello che il Paese ha vissuto durante la grande crisi del debito del 2011-2013.