Da quest’estate i comuni di Custonaci e San Vito continuano ad adoperare lo Scout Speed e a multare i trasgressori stradali. Adesso però devono fare i conti con il ricorso dell’opposizione comunale a proposito della segnaletica con limiti di velocità coperti dalla vegetazione, e con quello di un cittadino multato da un’autovettura privata con a bordo l’autovelox mobile.
Ricorderete che lo scorso settembre (vedi nostro articolo) il comandante della Polizia Municipale di San Vito Lo Capo aveva affidato, senza nessuna gara d’appalto, il noleggio del rivelatore di velocità alla ditta catanese Street Solutions definendo tale scelta come obbligatoria al fine di evitare dei danni gravi e certi per le casse comunali (quando le multe dovrebbero essere solo presunte).
Il tema del dibattito non erano i controlli stradali, ovviamente giusti e doverosi, ma il noleggio in questione: non si può violare una legge (l’art. 163 del Testo Unico degli Enti Locali usato dal Comandante come giustificazione per un’operazione necessaria a evitare danni patrimoniali) per tentare di farne rispettare un’altra (il Codice della Strada).
Nonostante ciò, la stessa ditta era stata incaricata del servizio anche a Custonaci. Da quest’estate dunque le vetture con Scout Speed incorporato, hanno continuato a girovagare per i due comuni. Purtroppo però altre leggi sembrerebbero essere state violate a causa dell’autovelox itinerante.
Infatti, un cittadino multato per aver superato il limite di 50 km/h sulla statale Custonaci-San Vito, ha fatto ricorso alla Prefettura di Trapani, dopo aver scoperto, cercando sul Pubblico registro automobilistico, che la Fiat Punto in cui si trovava lo Scout Speed, usata dalla municipale di Custonaci e appartenente alla Street Solutions, risulta immatricolata come autovettura “uso proprio”, e che quindi non poteva essere noleggiata a terzi (art. 84/7 del Codice della Strada).
Lo stesso Codice prevede inoltre che, se si trovasse alla guida una persona non dipendente della ditta proprietaria del veicolo (come per esempio un ignaro vigile urbano di Custonaci), si violerebbe l’art. 82/8.
Guarda caso a ottobre la vettura in questione è stata sostituita con una della Polizia Municipale.
Nel frattempo le opposizioni dei due comuni hanno sollevato altri dubbi sulla legittimità del rivelatore di velocità mobile. Quella di San Vito ha presentato ricorso al Prefetto di Trapani e alla Polizia Stradale per l’annullamento del servizio di Scout Speed e ha chiesto di chiarire se l’affidamento del noleggio, avvenuto senza gara d’appalto e con una semplice determina del Comandante Tranchida, sia stato effettuato nel rispetto delle norme vigenti in materia. La minoranza del consiglio sanvitese ha anche chiesto, qualora ne ricorrano i presupposti, di annullare tutte le multe emesse. Infine ha dichiarato una carenza di segnaletica, dovuta a cartelli con limite di 50km/h (a volte nascosti dalla vegetazione, come a Castelluzzo) laddove, nello stesso tratto, la carreggiata ne indica uno di 70.
Il sindaco di Custonaci Bica ha recentemente risposto in un’intervista a tutte quelle accuse che, come abbiamo visto fin qui, vengono rivolte con maggior frequenza alle amministrazioni comunali in materia di Scout Speed: quella di voler far cassa facilmente, quella di dover garantire alla comunità una segnaletica stradale adeguata prima di multare chi non la rispetta, quella sul principio fondante di tale strumento, cioè il cogliere di sorpresa gli automobilisti (non essendo preceduto da segnalazioni, a differenza delle postazioni fisse) ed altre ancora.
“Io amministro un comune che ha un traffico elevato. Certe zone del centro abitato devono essere rigorosamente controllate, sia perché registrano la media di un morto l’anno, sia perché sono ad elevatissimo rischio, sia perché i miei concittadini, specie in estate, non possono uscire a causa del traffico veicolare. Se la Polizia Stradale utilizza regolarmente lo Scout Speed, perché ci si scandalizza quando lo stesso strumento viene usato dai comuni di Custonaci o di San Vito lo Capo?".
"Lo ritengo uno strumento innovativo. È più impattante nei confronti del trasgressore: quello fisso si poteva intuire o vedere, questo è imprevedibile perché intercetta molte più infrazioni. Non c’è bisogno della segnaletica: noi facciamo l’avviso pubblico, quello basta".
"Quando c’è un incidente grave o mortale, tutti si scagliano contro l’Amministrazione comunale, quando controlliamo e prendiamo le contravvenzioni veniamo accusati di volere fare cassa. Se volessimo far cassa potremmo attuare il controllo sull’assicurazione e sul bollo auto (lo Scout Speed può rilevarlo), ma non ci spingiamo a tanto”.
Sui limiti di 50 km/h coperti dalla vegetazione, replica: “Dovrebbero risponderne i titolari delle strade, in parte la Provincia. La segnaletica del Comune è più che visibile: del resto gli abitanti sanno che in centro abitato non si dovrebbero superare i 50 km/h. La nostra macchina gira nelle zone del centro abitato. Chi ha subito una multa, secondo le statistiche del Comune, ha superato i 75 km/h”.
Riguardo al ricorso presentato da un cittadino per l’inadeguatezza della vettura usata per lo Scout Speed, commenta: “La macchina è stata usata propriamente. L’unico problema riguarda l’immatricolazione dell’auto della ditta autorizzata a fare questo tipo di lavoro. Ma si tratta di un cavillo giuridico, non di una questione di sostanza”.
Per il primo cittadino, l’opposizione che chiede di restituire agli automobilisti le somme già incassate “cavalca strumentalmente la vicenda per ragioni politiche”. E su eventuali problemi di bilancio dovuti alle restituzioni, parla di “bufala politica di bassa lega”.
“Si pensa davvero che il bilancio di un Comune possa essere messo in difficoltà dalle contravvenzioni? Non scherziamo. Il Comune di Custonaci ha un bilancio di 11 milioni di euro. Qui si parla di 200.000 euro di contravvenzioni che tra l’altro non riguardano solo il limite di velocità. Peraltro almeno l’80% di queste è fuori termine per la presentazione di un ricorso”.
Bica, come gli altri sindaci, dovrà però fare i conti però con la nuova ordinanza 30664 del 27 novembre 2018 emessa dalla sesta sezione civile della Suprema Corte. La Cassazione ha, infatti, deciso che dovrà essere annullato il verbale emesso con apparecchiatura che misura la velocità, se il cartello che lo segnala non viene ripetuto dopo l’incrocio.
La sesta sezione civile ha accolto il ricorso di un’automobilista che, multato per eccesso di velocità da un autovelox mobile, ha sostenuto l’assenza di cartelli dopo l’intersezione stradale. La tesi non ha fatto breccia presso il giudice di pace e poi il Tribunale, i quali hanno confermato la responsabilità dell’uomo. Ora i Supremi giudici hanno ribaltato il verdetto.
In particolare, secondo il Collegio di legittimità, poiché secondo l’art. 104 reg. esec. c.d.s. i segnali di divieto devono essere ripetuti dopo ogni intersezione, il limite di velocità imposto da un segnale precedente l’intersezione viene meno dopo il superamento dell'intersezione, a meno che non sia ribadito da un nuovo apposito segnale, in mancanza del quale è ristabilito il limite di velocità relativo al tipo di strada, salvo quanto disposto da segnali a validità zonale o da altre specifiche condizioni.
La Cassazione precisa che l’obbligo di ripetizione non è rivolto solo agli automobilisti che s’immettono nella strada dov’è posizionato l’autovelox. Infatti, le norme del codice della strada non sono dirette solo all’automobilista che s’immette nella strada da un punto successivo rispetto a dove è posta la segnalazione, ma si applicano ogni volta che tra il segnale e il luogo di rilevamento della velocità vi siano intersezioni stradali.
Un tema, quello dello Scout Speed, che sta sollevando parecchi dubbi, anche di carattere legislativo. Come sono tante (e non soltanto legate agli automobilisti) anche le infrazioni che lo strumento ha rilevato in questi mesi... "Forse anche troppe", staranno pensando in Comune.