Bene l’export, rallenta il turismo, sempre male l’occupazione, anche se stabile, crescono i finanziamenti alle famiglie.
Questi i dati essenziali dell’economia siciliana fotografata nel report della Banca d’Italia. In Sicilia l’economia arranca, non si può parlare di crescita, nè di ripresa, con ampi margini positivi. In molti settori si può vedere il bicchiere più mezzo pieno rispetto ad altri. La provincia di Trapani, per ciò che viene affrontato in termini locali, esce un po’ con le ossa rotte da questo report. E’ il riferimento è al settore turistico.
TURISMO
Secondo dati ancora provvisori della Regione Siciliana, nei primi sei mesi dell’anno la crescita dei flussi turistici si è notevolmente ridimensionata.
Aumentano i visitatori stranieri, a cui si contrappone una flessione dei turisti italiani. Sottolinea Bankitalia che il trend non è eterogeneo per tutti i territori. Sul fronte turismo registrano record le province di Palermo e Ragusa. Male Siracusa, Agrigento e soprattutto Trapani.
In base ai dati della rilevazione sul turismo internazionale condotta dalla Banca d’Italia, la spesa dei turisti stranieri in regione è ulteriormente aumentata. Il comparto dei trasporti ha risentito del rallentamento dei flussi turistici. Tra gennaio e agosto, la crescita del traffico passeggeri negli aeroporti dell’Isola è stata del 4,2 per cento (9,5 nel 2017). Il numero di passeggeri su voli nazionali è stato pressoché in linea con quello dell’anno precedente, mentre quelli su voli internazionali hanno continuato a crescere a ritmi sostenuti. Alla drastica riduzione dei voli da Trapani si è associata la minore crescita dello scalo catanese; nel capoluogo regionale l’incremento del traffico è stato del 16,2 per cento,
OCCUPAZIONE
Su questa voce cala il gelo. La Sicilia è una delle regioni stabilmente in fondo alle classifiche per tenore di vita e occupazione.
Nel primo semestre dell’anno il tasso di occupazione per i siciliani tra i 15 e 64 anni è del 40,6. Un dato sostanzialmente stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma c’è da dire che le statistiche nazionali, e quelle dell’intero Mezzogiorno, registrano degli incrementi più consistenti. Inoltre nel 2018 si registrano circa 100 mila occupati in meno rispetto a dieci anni fa. Cresce, lievemente, il tasso di disoccupazione: 22,3 %, il dato nazionale è quasi la metà, però. Il lieve aumento della percentuale di disoccupazione per Bankitalia è avvenuto "per effetto di un aumento della partecipazione al mercato del lavoro". Aumento solo in parte però. Perchè se da un lato i dati di Bankitalia indicano una crescita dei lavoratori dipendenti, dall’altro diminuiscono gli autonomi.
Si legge nel report che “l’occupazione è nuovamente aumentata per le lavoratrici mentre è rimasta pressoché stabile per gli uomini. L’incremento del numero di occupati ha interessato soprattutto i lavoratori con un titolo di studio elevato e quelli con un’età superiore ai 44 anni”.
I settori che vanno meglio, sul fronte occupazione sono quelli dell’agricoltura e dell’industria. Male invece il settore edile. L’economia siciliana tradizionalmente si basava anche sul settore edile, ma una serie di circostanze fanno dire a Bankitalia che “permangono condizioni cicliche sfavorevoli”. E si denota dal calo degli occupati.
EXPORT
Nel primo semestre del 2018 le esportazioni di merci siciliane sono aumentate, a prezzi correnti, del 15,2 per cento e se è proseguita la tendenza positiva del settore petrolifero, che rappresenta più della metà dell’export dell’Isola, sebbene in rallentamento rispetto al 2017, nel resto dei settori la crescita è stata anche maggiore, 21,5 per cento a fronte del 15,9 nel 2017. L’andamento positivo ha interessato i comparti agroalimentare, chimico-farmaceutico ed elettronica e ha beneficiato anche dei risultati del settore dei mezzi di trasporto, in particolare navali. A crescere a un ritmo più sostenuto sono state soprattutto le vendite verso i mercati dell’Unione europea rispetto a quelle destinate ai paesi extra-Ue, soprattutto per la componente non-oil.
C’è da dire però che gli scambi siciliani con l’estero non arrivano neanche al 3% del totale nazionale.
CREDITO
È proseguita la crescita del credito al settore privato. L’espansione è stata ancora sostenuta dai finanziamenti alle famiglie; la contrazione dei prestiti alle imprese, in atto da oltre un quinquennio, si è attenuata fino quasi ad annullarsi.
La qualità del credito erogato in regione ha continuato a migliorare: il flusso di nuovi deteriorati in rapporto ai prestiti, che già nel 2017 era sceso rapidamente fino a un livello inferiore a quello pre-crisi, si è lievemente ridotto. I depositi bancari hanno continuato ad aumentare per effetto soprattutto dell’accumulo delle giacenze in conto corrente.