Il congresso regionale del Partito Democratico, che si svolgerà il 16 dicembre, ha il sapore del veleno. Si affannano a dire che è una festa tutta siciliana e di democrazia attiva ma il fiele è stato servito.
E' un congresso inutile, se vogliamo dirla in maniera spicciola. Inutile perchè, al di là di quello che sarà all'indomani delle primarie, le due aree che si stanno scontrando, una fa capo a Teresa Piccione e l'altra a Davide Faraone, non potranno convivere sotto la stessa bandiera.
La corsa al 16 dicembre è una corsa che gli interni al partito, sia da una parte che dall'altra, stanno etichettando a tutela di posizioni proprie: vogliono i nomi da inserire nelle commissioni, nelle liste, nei posti di comando. E' il Pd che è stato negli anni, quello che si attorciglia su se stesso, che oggi prova a smarcarsi da vecchie posizioni e brinda felice alle nuove alleanze, dimenticando che i siciliani hanno sentito e letto degli scontri tra lo stesso Faraone e Fausto Raciti, oggi invece uniti.
Pochi giorni per chiamare quanta più gente possibile ai gazebo, gente che dovrebbe essere attratta dal cambiamento, difficile da attuare quando sui territori i dem sono talmente malmessi da non potersi presentare nemmeno per chiedere una caramella.
Si tratta di sindaci, di assessori, di consiglieri comunali, di amministratori, che fanno parte di quell'area, il cui indice di gradimento è talmente basso sui territori che i cittadini sorridono, annuiscono ma girano al largo. E questo accade in provincia di Trapani come ovunque.
Una contrapposizione che indica già il percorso che il partito prenderà dopo le primarie: chi vincerà traccerà la nuova strada, chi perderà non si accoderà ma ne prenderà altre. Ed ecco perchè è un congresso inutile. Lo strappo si è consumato all'interno delle segreterie provinciali, da Trapani a Caltanissetta, passando per Catania, Palermo e Agrigento, tutti pronti a non aspettare la celebrazione del congresso regionale per procedere con il provinciale e comunale. La direttiva nazionale e regionale, tuttavia, aveva già specificato che nessuna azione contraria potesse essere resa valida.
Nel direttivo di venerdì sera, il segretario provinciale trapanese, Marco Campagna, alla presenza di 20 componenti su 50, in assenza dunque del numero legale, aveva deciso di procedere ugualmente a fissare la data dei congressi per il 9 di dicembre.
A stoppare Trapani, e le altre quattro province, schierate nella medesima posizione, ecco arrivare la delibera della Commissione nazionale di Garanzia, riunitasi in via telematica il primo di dicembre, che sospende tutte le procedure relative ai congressi provinciali della Sicilia.
Lo strappo è consumato, e c'è chi come Antonello Cracolici minaccia battaglie in tribunale. Intanto, anche a Trapani le cose non vanno bene, i renziani sono stati fatti fuori dalla commissione che avrebbe dovuto traghettare il partito al congresso provinciale, ne farebbero parte, utilizziamo il condizionale in ragione del fatto che la commissione nazionale ha stoppato ogni sorta di congresso prima di quello regionale: Valentina Villabuona, Dario Scaletta, Giuseppe Vultaggio, Francesco Todaro, Tonino Scauso, Laura Genco, Rosanna Conti, Gaspare Gandolfo, Nicola Biondo, Marina Giordano, Piero Valenti. Molti di questi nomi sono riconducibili a Baldo Gucciardi, ex assessore regionale alla Salute. Questo il comunicato del Pd provinciale:
Si è riunita la commissione provinciale per il congresso, che come stabilito dalla commissione di garanzia regionale, è stata eletta dalla direzione provinciale del 29.11.2018. La commissione ha eletto presidente e in osservanza al regolamento per il congresso votato dalla direzione regionale traghetterà il Partito Democratico all’elezione di Giuseppe Lombardino, candidato unitario, che ha regolarmente presentato la sua candidatura entro la data e con le modalità stabilite dalla commissione per il congresso. La commissione ha indicato quale data ultima per i congressi di circoli il 9.12.2018 e per la convezione provinciale il 14.12.2018, decidendo di riesaminare quanto deliberato in base a ciò che deciderà la commissione di garanzia nazionale investita della questione siciliana e che attualmente non ha preso alcuna decisione.