I carabinieri in servizio non devono usare gli smartphone per motivi privati. Il problema sorge soprattutto quando telefonate, post sui social, passaggi in Internet e controllo delle chat avvengono in orario di pattuglia limitando, di fatto, la soglia di vigilanza spesso anche l’operatività e, soprattutto, mettendo a repentaglio la sicurezza dei militari i cui tempi di reazione sarebbero limitati dall’uso dello smartphone.
La disposizione è arrivata dal Comando generale dell’Arma dopo la pubblicazione di una foto che mostra tre militari di servizio in una piazza ma concentrati sui rispettivi telefonini. L’immagine è diventata «virale» sui social. E così è partita la circolare per fare chiarezza subito.
Le nuove norme vengono giustificate in maniera perentoria, viene spiegato sul sito del Corriere della Sera che ha diffuso la notizia per primo: «Lo svolgimento di qualsiasi attività di servizio, specie in ambiente esterno, richiede la massima concentrazione affinché non risulti compromessa la soglia di vigile attenzione richiesta per poter cogliere tempestivamente gli accadimenti che si verificano nei pressi, valutarne rapidamente le implicazioni e quindi, se del caso, intervenire con la necessaria reattività e le procedure operative più appropriate, in modo che venga ridotto al minimo qualsiasi fattore di rischio per il personale operante, soprattutto con riferimento alle situazioni caratterizzate da maggiore imprevedibilita».
Ecco perché «l’utilizzo degli smartphone o di altri dispositivi di connettività mobile per finalità non riconducibili al servizio in atto, con prolungate conversazioni private o con la compulsiva verifica di chat, messaggi e applicazioni, condiziona inevitabilmente e sensibilmente la concentrazione, pregiudicando l’efficacia dell’attività e, ancor di più, la sicurezza del personale, con sfavorevoli commenti nell’opinione pubblica circa le modalità di esecuzione dei servizi, diffusi in rete anche con relativa documentazione video e fotografica».
E dunque le nuove norme prevedono «l’esigenza di limitare all’occasionalità, e comunque per il tempo strettamente necessario, le comunicazioni telefoniche e telematiche di natura privata, fermo restando il divieto dell’«uso di apparati telefonici alla guida dei veicoli», peraltro vietato da tempo dal codice della strada.