E’ stata una pena più severa di quella invocata dal pm Volpe quella che il Tribunale di Marsala (presidente del collegio: Vito Marcello Saladino) ha inflitto, per bancarotta fraudolenta patrimoniale, a Mario Messina Denaro, 65 anni, cugino del boss latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.
La pena inflitta è stata tre anni e 8 mesi di carcere. Il pm aveva chiesto tre anni. Anche per la moglie del cugino del “padrino” di Castelvetrano, Benvenuta Anna Maria Forte, di 66 anni.
In questo caso, la condanna è stata esattamente quella chiesta dal rappresentante della pubblica accusa. I due coniugi sono stati, invece, assolti (“perché il fatto non sussiste”) dall’accusa meno grave: bancarotta fraudolenta documentale. Per i due imputati anche una serie di pene accessorie (pagamento spese processuali e interdizione per 5 anni dall’esercizio di impresa commerciale). Secondo l’accusa, i due coniugi (la moglie in qualità di legale rappresentante della ditta individuale “Forte Benvenuta Anna Maria”, un caseificio di Castelvetrano dichiarato fallito dal Tribunale civile di Marsala il 4 agosto 2015, quando era già sotto sequestro di prevenzione, e il marito come “amministratore di fatto” dell’azienda) nel 2009 avrebbero “distratto” dall’attivo una buona parte della merce vendendola “in nero”. E ciò prima della stipula del contratto di affitto dell’azienda in favore della società “I Maestri delle Delizie”. Il valore della merce “distratta” e venduta in “nero” è stato quantificato da Procura di Marsala e Guardia di finanza in un milione e 180 mila euro. Il 13 dicembre 2013, Mario Messina Denaro fu arrestato nell’ambito dell’operazione antimafia “Eden” con l’accusa di tentata estorsione in danno dell’imprenditrice di Castelvetrano Elena Ferraro, titolare della clinica Hermes, che lo denunciò. Condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere, Mario Messina Denaro ha già scontato la pena.