"Solo in Italia succedono queste cose, se è vero che quella è una discoteca che al massimo contiene 800 persone". E' l'amaro sfogo di Giuseppe Orlandi, papà di Mattia, 15 anni, rimasto ucciso nella tragedia di Corinaldo (Ancona).
"E' finita la vita a me e a mia moglie - continua -. Mattia era andato con la navetta, era la seconda volta che ci andava. Mio figlio non me lo ridà indietro nessuno".
Sei persone sono morte schiacciate dalla calca mentre tentavano di fuggire dal locale, probabilmente dopo che qualcuno aveva scatenato il panico con uno spray urticante, modalità che ricorda il drammatico fuggi fuggi avvenuto a Torino in piazza San Carlo il 3 giugno del 2017 durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid.
Diversi i fronti sui quali si stanno muovendo gli inquirenti: da un lato si cerca di fare luce su chi abbia spruzzato lo spray al peperoncino, dall'altro sul sovraffollamento e sulle misure di sicurezza della discoteca. Da quanto accertato erano stati venduti 1400 biglietti a fronte di una capienza di 870 persone. Si indaga per omicidio colposo plurimo, il locale è sotto sequestro.
Il dramma si è consumato all'una di notte alla Lanterna Azzurra a Corinaldo, discoteca frequentata da tanti giovanissimiche erano in attesa del concerto del trapper Sfera Ebbasta. Le vittime sono cinque minorenni (tre ragazze e due ragazzi, tra i 14 e i 16 anni) e una madre di 39 anni che aveva voluto accompagnare la figlia 11. La donna aveva 4 figli. I feriti sono 59, tutti con traumi e lesioni da schiacciamento, di cui otto in pericolo di vita. Trentacinque sono stati trasportati con le ambulanze del 118 all'ospedale più vicino, quello di Senigallia, sono stati successivamente trasferiti all'ospedale Torrette ad Ancona.