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24/12/2018 06:00:00

Mazara, il dragaggio del Porto canale riparte dal ‘soil washing’

Pulire ciò che è inquinato e recuperare ciò che si può, per salvaguardare il litorale mazarese, ormai eroso fino all’inverosimile: vedi Tonnarella. Nelle nostre precedenti inchieste sul dragaggio dei fanghi del porto canale e loro conferimento in ‘Colmata B’, pubblicate da Tp24.it, nei mesi scorsi abbiamo analizzato molti aspetti di tale ingarbugliata vicenda.

CHE COS’È IL SOIL WASHING – Le ultime novità, emerse nei giorni scorsi, dovrebbero far si che i residui melmosi del fiume Mazaro, siano lavorati grazie ad una tecnica di dragaggio, non nuova in verità, denominata “soil washing”. Essa consiste nella bonifica dei fanghi contaminati e nel recupero della parte pregiata, attraverso un processo di separazione fisica dell'inquinante. A tal uopo, per escavare il porto canale, dovrebbe essere usato un macchinario, che consentirà di lavare e separare i materiali estratti, dividendo i fanghi idonei da destinare al ripascimento costiero e smaltendo quelli ‘pericolosi e tossici’ in discarica. In Emilia Romagna tale tecnica è già stata usata con successo da anni e buona parte del materiale recuperato è stato venduto per altri usi, abbattendo così i costi complessivi dei vari dragaggi portuali e proteggendo, allo stesso tempo, i litorali romagnoli.

UNA PROPOSTA CHE RIPORTA L’EMERGENZA ALL’ORDINARIO – “Quella del ‘soil washing’ – ha dichiarato qualche giorno fa il consigliere comunale Giorgio Randazzo – è una soluzione che, come Lega provinciale insieme al responsabile regionale Enti locali, Igor Gelarda, portiamo avanti da mesi, come proposta al territorio e agli operatori della marineria, mortificati da nove anni da progetti non attuabili e mascherati da altri interessi di certo non rivolti alla soluzione del dragaggio del Porto canale. Infatti – continua Randazzo – già nel mese di Ottobre a Palermo a seguito di incontro con i tecnici della ditta ‘Profeta srl’, specializzata nel settore e dotata di ‘soil washing mobile’, abbiamo stilato un cronoprogramma di intervento da sottoporre a Governo regionale e nazionale che prevede analisi, caratterizzazione dei fanghi, quantificazione dei costi, escavazione nonché interventi strutturali al porto e la dotazione per il territorio di draga e macchina ‘soil washing’ propri”.

COLMATA ‘B’ ADDIO – Se tutto ciò si realizzerà potrebbe essere la soluzione che pone una ‘pietra tombale’ sull’assurda volontà di buttare una parte dei fanghi in ‘Colmata B’. Tale insistenza negli anni a voler coprire uno spicchio di territorio costiero ha, di fatto bloccato l’iter del dragaggio. Con buona pace dell’amministrazione comunale – capeggiata dal sindaco uscente, Nicola Cristaldi – sponsor principale di tale soluzione, rivelatasi negli anni fallimentare, la soluzione sarà un’altra. Ci si è messa pure la Regione Siciliana, invero, a voler fare un inutile braccio di ferro, durato nove anni, con ambientalisti e animalisti, andando contro un parere vincolante dell’ISPRA che non consentiva il semplice sversamento dei fanghi in Colmata ‘B’.

LA TEMPISTICA RESTA IN ALTO MARE – Il presidente della Regione, Nello Musumeci, in Città nei giorni scorsi, ha parlato di somme da reperire per effettuare il dragaggio e anche della tempistica per concludere l’intervento. I 15 milioni necessari al dragaggio dovrebbero essere reperiti attraverso i fondi disponibili del ‘patto per il sud’. Nelle prossime settimane, invece,secondo quanto affermato da Musumeci stesso, dovrebbe essere indetta la gara d’appalto. Tp24.it vigilerà come sempre sulle promesse fatte e vi terrà aggiornati sugli ulteriori sviluppi.

Alessandro Accardo Palumbo
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Twitter: @AleAccardoP