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05/01/2019 06:00:00

I tagli del Governo "del popolo". Così radio e tv locali rischiano di scomparire

 Il Governo Lega-M5s aziona la ghigliottina sulle radio e le tv locali. Meno contributi, meno frequenze, e una serie di agevolazioni tagliate che sono di vitale importanza per le emittenti del territorio.


La legge di Bilancio 2019 approvata a fine dicembre in via definitiva, dopo che il Governo “del popolo” ha posto la questione di fiducia, potrebbe spazzare via il pluralismo nella radiofonia locale. L'allarme che lancia l'associazione degli editori delle emittenti locali Aeranti-Corallo è netto. Il testo approvato prevede una serie di norme che riguardano il settore televisivo e radiofonico locale. Il giudizio dell'associazione degli editori delle emittenti locali è decisamente negativo. “Sono norme che rischiano di compromettere il pluralismo informativo sul territorio garantito dall'emittenza locale” si legge nella nota del organizzazione.
In particolare le frequenze che saranno destinate all'emittenza locale a seguito della liberazione della banda 700 e al passaggio al digitale televisivo di seconda generazione sono assolutamente insufficienti per garantire spazi adeguati per la trasmissione di almeno un programma da parte delle tv locali presenti sul mercato e per garantire l'avvio del digitale radiofonico Dab+ sull'intero territorio nazionale da parte di tutte le emittenti radiofoniche locali interessate a operare anche con tale tecnologia. Il risultato potrebbe essere la presenza, nelle nostre autoradio, soltanto dei network nazionali, con la graduale scomparsa delle radio locali.


Ma non è tutto, non ci sono soltanto limitazioni all'adeguamento tecnologico. Ciò che fa la recente legge di Bilancio è tagliare quei contributi che sono di vitale importanza per le radio e le tv locali per stare nel mercato e per investire sulle migliorie tecnologiche, ma soprattutto per sopravvivere in uno scenario di profonda crisi.


Viene infatti dimezzato lo stanziamento destinato ai contributi di cui al Dpr n. 146/2017 per le misure di sostegno annuali all’emittenza te- levisiva e radiofonica locale rispetto allo stanziamento degli anni 2016, 2017 e 2018.
Tale stanziamento, precisa Aeranti Corallo, sarà infatti “pari a un massimo di euro 62,5 milioni, compresa la quota per gli investimenti pubblicitari incrementali su radio e tv locali. Nell'ipotesi in cui nell'anno 2019 venga confermato lo stanziamento per tale pubblicità incrementale nella misura di 12,5 milioni di euro, l'importo di tali contributi per l'emittenza locle sarà al massimo di 50 milioni di euro”. Di questi l'85% sarà destinato alle tv locali e il 15% alle radio locali. Non finisce qui, perchè la scure del Governo Lega-M5S, sopprime, a partire dal primo gennaio 2020, le provvidenze editoria. Consistono in riduzioni tariffarie del 50% dei costi delle utenze telefoniche sostenuti dalle emittenti radiofoniche e dalle emittenti televisive locali. Entro il 31 gennaio 2020 potrebbero quindi essere richieste le provvidenze editoria relative all'anno 2019. Resta confermata la possibilità di chiedere le provvidenze editoria 2018 entro il 31 gennaio 2019.
Una serie di misure quelle approvate dal Governo Conte che metteranno in seria crisi le emittenti locali, se non farne chiudere parecchie. Una ghigliottina sul pluralismo dell'offerta radiofonica e televisiva, che a livello locale, soprattutto se si parla di informazione, trova maggiore importanza, come hanno stabilito diverse sentenze della giustizia Europea.