Il terremoto ai vertici della gestione sportiva della Ferrari, con il licenziamento di Maurizio Arrivabene dal suo ruolo di Team Principal e la sostituzione con Mattia Binotto, che fino a ieri era il responsabile tecnico del team non deve sorprendere più di tanto, almeno non quanto il precedente avvicendamento ai vertici della Ferrari tra Montezemolo e Marchionne che vi abbiamo raccontato qui.
Come per il calcio, quando la squadra non ottiene risultati il primo ad essere sotto accusa è l’allenatore, e Maurizio Arrivabene, alla guida della Ferrari F1 da quattro anni non ha ottenuto i risultati sperati.
Voluto da Sergio Marchionne, l’ex numero uno della Philip Morris per le prime due stagioni è stato giustificato per via della palese inferiorità tecnica della monoposto di Maranello nei confronti delle Frecce d’Argento. Lo scorso anno e soprattutto quest’anno con la SF71H (realizzata proprio da Binotto) che all’inizio stagione sembrava addirittura la macchina migliore del lotto, non gli è stato perdonato il fatto di non aver lottato fino all’ultima gara, facendo vincere il mondiale a Lewis Hamilton in Messico con due gare d’anticipo prima del finale di Abu Dhabi. Una debacle che questa volta la proprietà della Ferrari non ha voluto più lasciar passare. La decisione è stata presa la settimana scorsa direttamente da John Elkan e Piero Ferrari e non dall’AD Camilleri, sul cui ruolo a lungo termine ci sono pure dei dubbi, ma per questo c’è tempo, vedremo come evolverà la situazione.
Ad un mese circa dalla presentazione della monoposto 2019 era necessario fare chiarezza e non cominciare una nuova stagione con una situazione che vedeva le due direzioni, quella generale e quella tecnica non andare d’accordo.
La Comunicazione della Ferrari - "Dopo quattro anni di impegno e instancabile dedizione Maurizio Arrivabene lascia la Scuderia. La decisione è stata presa di comune accordo con i vertici dell’azienda dopo una profonda riflessione in relazione alle esigenze personali di Maurizio e a quelle della Scuderia. A Maurizio vanno i ringraziamenti da parte di tutta la Ferrari per il lavoro svolto e per aver contribuito a riportare la squadra a livelli estremamente competitivi. A lui vanno i migliori auguri per il suo futuro e le prossime sfide professionali. A far data da oggi Mattia Binotto assume il ruolo di Team Principal della Scuderia Ferrari. A Mattia continueranno a rispondere tutte le funzioni tecniche".
Per Arrivabene c'è la Juventus - Ora per il manager bresciano, che è molto amico di Andrea Agnelli, per aver lavorato con lui ai tempi del colosso del tabacco, si aprono le porte per un incarico in Casa Juventus.
Inizia l’era Binotto in Ferrari - In realtà solo per quanto riguarda la gestione dell’intero team dato che Mattia è un ferrarista che ha lavorato sin dall’inizio della sua carriera, nel 1995 a Maranello, insomma un predestinato che l’ex AD Marchionne aveva scelto per rilanciare il team dal punto di vista tecnico. Binotto, 49 anni, aspetto da nerd, elegante e timido, figlio di genitori reggiani, è nato e cresciuto in Svizzera, Dopo la laurea in ingegneria meccanica, nel ‘95 entra nella squadra test della Scuderia per poi iniziare la sua scalata al muretto corse. Dal 2016 è il direttore tecnico del team e rispondono a lui Enrico Cardile, responsabile del telaio e dell’ aerodinamica e Corrado Iotti (motori).
In questi due anni ha realizzato le due monoposto più competitive dal titolo mondiale che manca dal lontano 2007 con kimi Raikkonen e questo quando i vertici Ferrari hanno dovuto scegliere tra lui e Arrivabene avrà avuto il suo peso. Purtroppo però tra gli errori dei piloti, in particolare di Vettel e quelli organizzativi, i risultati non sono arrivati e ora si riparte da chi ha realizzato la macchina della rinascita.
L’unico dubbio a due mesi dall’inizio della nuova stagione del Circus a Melbourne, è se sia opportuno lasciare la guida del team e della direzione tecnica nelle mani di una persona. E’ vero, i tempi sono cambiati e la Ferrari non è più la stessa di quando era diretta da Jean Todt e Ross Brawn e forse, come dice l’ingegnere Luigi Mazzola, non bisogna guardare al passato per innovare e guardare sempre avanti.
Ecco il commento di Mazzola su facebook: "Ho letto del cambiamento al vertice della Ferrari Gestione Sportiva. Innanzitutto tanti auguri a Mattia per il nuovo ruolo, me lo ricordo ancora quando timido timido si presentò al primo test in pista. Complimenti per la carriera.
Vorrei fare due considerazioni.
Per prima cosa spero che ora tutti abbiano lo stesso comune obiettivo: che chi vince non sono i singoli ma è la vettura che è un insieme imbullonato di componenti progettati e prodotti da tantissime persone, ecco spero che tutte queste persone siano imbullonate fra loro con l’unico scopo di far vincere la Ferrari. Ne abbiamo bisogno e lo vogliamo con tutto il cuore.
Seconda cosa è che se guardo il DG (Todt) ed il DT (Brawn) degli anni vincenti e li paragono a quelli del 2019 (in realtà ora sono unificati) ho come l’impressione che la squadra sia un po’ più debole. Magari i tempi sono cambiati, mai guardare il passato per innovare sempre.
Avanti tutta e sempre forza Ferrari"