E’ iniziato davanti al giudice monocratico di Marsala Sara Quittino il processo a quattro giovani nigeriani accusati di avere reagito in maniera violenta, a Mazara, ad un controllo di polizia.
Avrebbero, infatti, reagito con spintoni, pugni e sputi. Sul banco degli imputati sono due uomini e due donne. Le accuse contestate sono resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.
Del primo reato sono accusati Benjamin Ugbo, di 25 anni, e Racheal Isioma, di 19, mentre del secondo Ola Abbas, di 25, e Lilian Ehondor, di 23. A difendere i quattro giovani africani sono gli avvocati Massimo Auditore, del foro di Genova, i palermitani Michelangelo Zito e Francesco Robba e il marsalese Vito Daniele Cimiotta. I fatti contestati risalgono al 7 maggio 2017, quando due poliziotti chiesero loro i documenti, ma essendone privi la reazione dei quattro giovani nigeriani fu piuttosto violenta. Secondo l’accusa (pubblico ministero Niccolò Volpe), Ugbo e Isioma avrebbero spintonato l’assistente capo di polizia Francesco Calamia, mentre la Isioma avrebbe sferrato un pugno al braccio dell’assistente Pietro Miceli, tentando di strappargli le manette in dotazione. Gli altri due, invece, alla presenza di più persone, alla stazione ferroviaria di Mazara, avrebbero sputato sul giubbotto di Miceli, offendendone, si sottolinea nel capo d’imputazione, l’onore e il prestigio. Celebrata la prima udienza del processo con i preliminari di rito, il processo è stato poi rinviato ad altra data (12 marzo) per l’eventuale richiesta di rito alternativo: abbreviato o patteggiamento. “Concordemente – spiega l’avvocato Vito Cimiotta - si è chiesto un rinvio considerato che c’è la possibilità della messa alla prova per le imputate. Alla prossima udienza decideremo come proseguire e se proseguire il giudizio. Non è escluso comunque la possibilità di proseguire il dibattimento. Ci sono punti non chiari nella vicenda che meritano di essere approfonditi e possiamo farlo sono nel corso del dibattimento”.