«Matteo Salvini si presenterà in giunta per le Immunità al Senato per depositare (domani o giovedì) non solo la sua memoria difensiva sulla richiesta di autorizzazione al processo del Tribunale dei ministri di Catania. Ma anche un atto distinto, contenente la relazione con cui il premier Giuseppe Conte, il vice Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli si assumono la responsabilità politica collegiale sul fermo della nave Diciotti. L’inchiesta è in cima alle preoccupazioni del ministro dell’Interno, tanto che ieri ha trascorso un paio d’ore all’ombra di Sant’Ivo alla Sapienza, nel palazzo in cui si riunisce la giunta, per esaminare le carte, capire quanto rischi, non commettere errori. La mano d’aiuto dei 5 stelle al governo potrebbe fermare l’escalation di insulti e accuse, dalle trivelle alla Tav, dal Venezuela all’Afghanistan. Ma questo è quel che sperano nella Lega. Nel Movimento invece nulla è ancora deciso. Assumersi la responsabilità come governo del presunto reato commesso da Salvini non comporterà automaticamente il no all’autorizzazione. In un primo tempo, era stato pensato come escamotage per dire ai giudici “processateci tutti”. L’espediente potrà quindi essere utilizzato dai senatori 5stelle per votare a favore o contro la richiesta del Tribunale. A decidere, sarà il capo politico Luigi Di Maio, che ha già convocato i sette parlamentari M5S della giunta subito dopo la seduta e il deposito degli atti. In allarme più di tutti il premier Conte, che ieri ha cercato in ogni modo di far incontrare i due vice e tentare un’intesa su emergenza Venezuela e caos Tav. Invano: sembra che soprattutto Di Maio non abbia alcuna intenzione per ora di vedere Salvini. La priorità assoluta è la campagna di lancio del reddito di cittadinanza, considerato l’unico strumento capace di far risalire la china». Così Repubblica oggi.
Ieri Salvini ha telefonato a Conte: «Così non la reggiamo. Io sono per il dialogo e il buon senso sempre e capisco le difficoltà interne di Di Maio, ma qui mi pare che si stia esagerando. Vogliono mandarmi davanti ai giudici? Forse non hanno capito quali conseguenze avrebbe un voto contro il governo» riporta il Corriere della Sera.
«I due contraenti che prima non litigavano mai, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, hanno messo (o fatto mettere) sul tavolo la pistola carica, cioè la minaccia di voto anticipato. Dandosele sul Tav, innanzitutto. Ma con in testa anche e soprattutto la prima mina per il governo, il voto in Senato sul rinvio a processo di del leghista per sequestro di persona. Quello su cui ora i Cinque Stelle tornano a pensare di affidarsi al blog, delegando agli iscritti la scelta. Per recuperare il contatto con la base, certo, ma soprattutto per allontanare l’amaro calice da Luigi Di Maio: il capo che da un po’ di tempo è troppo solo e che bisogna tutelare, verbo che fa rima con salvare» scrive il Fatto.
Il marito della Kyenge si candida con la Lega
«Ho firmato per Salvini ai banchetti della Lega, entrerò in lista alle comunali di Castelfranco Emilia, sono persone perbene quelli della Lega». Così Domenico Grispino, marito dell’eurodeputata del Partito democrato Cecile Kyenge, a La Zanzara su Radio 24, svela la sua svolta. «Ci sono le elezioni comunali e metto a disposizione della Lega quello che so, le mie competenze». «Hai firmato contro il processo a Salvini sul caso Diciotti?», gli chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo: «Sì, finirà nel nulla, se uno prende una linea poi non può cambiare, è evidente che Salvini lo fa per svegliare l’Europa. Sta facendo bene». «Mia moglie?», ha proseguito, «io penso per me, ognuno pensa per sé». Lo riporta Libero