Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia, sarà il prossimo governatore d’Abruzzo, una vittoria netta per il centrodestra il cui candidato ottiene quasi il 50% dei voti. A seguire Giovanni Legnini (centrosinistra) molto distanziato, sotto il 35%. Addirittura sotto il 20% il candidato pentastellato Sara Marcozzi, crollo grave per il M5s che solo un anno fa alle politiche era primo partito in regione con il 40% dei voti. Astensione al 47%. I voti del centro-destra, secondo le prime proiezioni, sarebbero suddivisi così: Lega 26,2% (assente nel 2014, 13,9 alle politiche dell’anno scorso), Forza Italia 9,5% (16,7 e 14,5), Fratelli d’Italia 6,2 (3 e 5). Nel 2014 il centro-sinistra aveva vinto col 46,26%. Sara Marcozzi, anche allora presentata dal M5s, aveva raccolto il 21,41%. La coalizione di centro-destra, che aveva candidato il berlusconiano Giovanni Chiodi, s’era fermata al 29,26%.
Lo scontro nel governo su Bankitalia e Consob
L’attacco ai vertici di Bankitalia («da azzerare», secondo quanto dichiarato da Salvini e Di Maio alle vittime della Popolare di Vicenza) secondo la Stampa si spiegherebbe così: i gialloverdi voglio vendere almeno il 20% dell’oro conservato nei forzieri della Banca d’Italia e con il ricavato (una ventina di miliardi) evitare l’aumento dell’Iva, altrimenti imposto dalle clausole di salvaguardia. Le prove: una presa di posizione di Grillo sul suo blog lo scorso 9 settembre, in cui si ricorda che gli altri Paesi europei hanno venduto dal 20 al 60% delle loro riserve (mentre «l’Italia non ha venduto nemmeno un grammo. Perché?») e un disegno di legge presentato da Claudio Borghi, con Alberto Bagnai il più accanito avversario dell’euro. «Fantafinanziaria? Non proprio, almeno a sentire le fonti politiche e tecniche del Tesoro che intrecciano la vicenda dell’oro al braccio di ferro scatenato dal M5S sulla riconferma di Luigi Federico Signorini a vice-direttore generale, colpevole per i grillini di aver criticato il reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, Quota 100, e di non aver vigilato abbastanza sulle ultime crisi bancarie. Una sostituzione coatta che secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria sarebbe la prova di un’invasione della politica nelle prerogative del governatore e che minerebbe il principio fondante dell’Istituto di vigilanza: l’indipendenza» scrive La Stampa.
Già venerdì scorso, in un consiglio dei ministri parecchio agitato, Di Maio era andato all’attacco del vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini, il cui incarico scade oggi. Tria voleva confermarlo, il M5s no. Era finita a urla.
Signorini - fiorentino, 63 anni, sposato, laureato in Economia nella sua città e alla Harvard University, inglese impeccabile e eloquio misurato - nelle sue ultime audizioni in parlamento è stato molto critico sulla manovra e soprattutto sul reddito di cittadinanza, giudicato «una misura dagli effetti graduali e modesti» scrive Il Corriere della sera.