Il procuratore generale della Corte d'Assise d'Appello di Palermo ha chiesto la conferma della condanna a 24 anni di reclusione per Aminta Altamirano Guerrero. La donna, è stata condannata in primo grado a 24 anni di reclusione con l'accusa di avere ucciso, ad Alcamo, il figlio Lorenz di 5 anni.
Per il procuratore generale la lettera trovata nella sua borsa dove scrive che se succede qualcosa la colpa è dei tradimenti e maltrattamenti del marito; l'sms indirizzato ad un’amica; e l’appello a portare in Messico le sue ceneri per seppellirle nella sua città natia, sarebbero i tre elementi che confermerebbero la volontà suicida di Aminta.
Per i difensori della donna, Lauria e Gruppuso, che hanno chiesto l’assoluzione della donna si tratterebbe di elementi a carattere indiziario e che non c’è stato un nesso di casualità tra la morte del bambino e le azioni della madre. Oltre al Pg anche l’avvocato di parte civile Pietro Maria Vitiello, che assiste il marito Enzo Renda e i suoi familiari, ha chiesto la conferma della condanna e l’accoglimento della richiesta tendente ad ottenere un aumento del risarcimento, che sarà liquidato in sede civile.