Caro direttore, torna periodicamente nel dibattito politico il finanziamento pubblico ai giornali.
L'informazione a piena ragione è considerata un baluardo indispensabile per le democrazie. In Italia come in Europa esiste un fondo tra l'altro fra i più bassi, 62 milioni di euro nel 2017, per il motivo per cui le scrivo: l'informazione.
I giornali, nati prima di tutti gli organi preposti a tale servizio, a tiratura nazionale che hanno ricevuto più finanziamenti in quell'anno avendone i requisiti previsti per legge sono stati Avvenire, Libero, Italia Oggi, Il Manifesto, (tutti organici al PD? perché questo interrogativo?). I grandi giornali come Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa non ne usufruiscono, non avendone diritto. Il M5S tramite il suo presunto leader Di Maio vuole abolire il finanziamento ai giornali perché a suo avviso tutti i grandi giornali nazionali sono "asserviti" al PD, ecco l'interrogativo di prima. In ragione di questa idea un altro leader(lui è il vero "maximo" del movimento), dopo l'editto bulgaro di Berlusconiana memoria ha stilato una lista di proscrizione. Tutti epurati tranne: Travaglio, Bechis, Buttafuoco, Massimo Fini, Negri, Costamagna, Gabbanelli, Fulvio Grimaldi. Lista di giornalisti "buoni" rigorosamente bipartisan facendo contento immagino l'altro "contraente contrattuale" Salvini. Tornando al motivo della mia lettera, l'informazione, in democrazia il lettore è "sovrano assoluto" lui decide. Per quanto mi riguarda sono per il Sì al finanziamento pubblico ai giornali. Giornali istituto di libertà.
Grazie dell'ospitalità come sempre.
Vittorio Alfieri