Caro Giancarlo,
ti scrivo questa lettera aperta dopo aver letto le riflessioni di Luigi Di Maio sul futuro del MoVimento 5 Stelle. Mi hanno colpito soprattutto due frasi:
- "Mi ha colpito il fatto che in alcune regioni in questi anni siamo rimasti nella nostra zona di comfort, evitando di incontrare categorie importanti come ad esempio quelle dell’imprenditoria e del volontariato. È ora di farlo."
- "Abbiamo anche da migliorare la presenza del Governo e dei parlamentari sul territorio, di questo parleremo alla prossima assemblea dei parlamentari che si terrà lunedì sera."
Ispirato dalle parole di Luigi Di Maio, ti scrivo per tentare una impresa probabilmente impossibile: farti cambiare idea, e fare cambiare idea al M5S siciliano, sulla continuità territoriale per gli aeroporti di Comiso e Trapani Birgi.
Questa "continuità territoriale" é una bella etichetta, ma se dietro a questa etichetta si nasconde lo strumento degli oneri di servizio pubblico, le compensazioni assegnata tramite bandi a delle compagnie aeree per garantire servizi di linea in esclusiva su specifiche rotte nazionali, questo non é lo strumento più adatto né quello più efficiente per assicurare lo sviluppo di questi aeroporti, né per venire incontro alle esigenze dei cittadini delle comunità limitrofe.
Non posso credere nemmeno per un istante che una qualsiasi analisi costi/benefici compilata da chiunque possa suggerire che gli oneri di servizio pubblico siano una opzione migliore, in termini di costo per il contribuente e di livelli di servizio ottenuti dai cittadini, per non parlare di misure come l'incremento dei turisti in arrivo e delle relative presenze nelle strutture alberghiere limitrofe, rispetto alle alternative.
La alternative, basta vedere l'esempio spagnolo, turco, greco, sono tutte quelle misure che redistribuiscono quanto pagato dai passeggeri, in maniera tale da massimizzare le entrate delle compagnie aeree.
Ad esempio, misure come:
1) togliere o diminuire le addizionali di imbarco dai piccoli aeroporti nei biglietti venduti per i voli come Comiso e Trapani Birgi, sia dai voli in partenza che dai voli nazionali in arrivo.
2) togliere o diminuire l'IVA dai piccoli aeroporti nei biglietti venduti per i voli nazionali dai piccoli aeroporti come Comiso e Trapani Birgi, sia dai voli in partenza che in arrivo.
3) passare tutti gli aeroporti italiani, a partire da quelli grandi e medi, dal double till al single till, in modo da comprimere i costi aeroportuali.
E quale di queste misure venga tentata, va implementata solo dopo aver negoziato con le compagnie aeree, e per quanto riguarda i piccoli aeroporti in special modo con una compagnia aerea, Ryanair, in modo da massimizzare il numero di rotte aperte nel più breve orizzonte temporale possibile. La ragione per cui bisogna negoziare con Ryanair é che molti piccoli aeroporti italiani sono talmente fuori mercato che anche con una marcata redistribuzione dei ricavi dei biglietti che favorisse le compagnie aeree, rimarrebbero appetibili unicamente alla compagnia aerea con la struttura di costi più a buon mercato, cioè appunto Ryanair.
Soltanto una volta che tutte le misure alternative chiaramente più efficienti fossero state implementate, avrebbe senso iniziare a valutare lo strumento degli degli oneri di servizio pubblico, uno strumento che oggi é prematuro per qualsiasi aeroporto italiano, e che razionalmente ci si può aspettare abbia veramente senso ai costi attuali solo per pochissimi aeroporti (Elba, Lampedusa e Pantelleria). Per tutti gli altri aeroporti italiani, viste le alternative disponibili, la continuità territoriale tramite gli oneri di servizio pubblico é e rimarrà uno spreco.
Credimi, comprendo perfettamente che é una impresa titanica quella che mi sono proposto, perché quello che vi sto chiedendo é di abiurare pubblicamente ad una proposta e rinunciare ad uno strumento a cui in piena buona fede vi eravate affidati.
Ma ti chiedo, vi chiedo, di non commettere lo stesso errore che hanno commesso le nostre classi politiche precedenti, quando sono andate avanti pervicacemente continuando a sostenere misure sbagliate se non proprio dannose per il paese e per noi cittadini, rifiutando di sottoporre le proprie proposte ad analisi costi-benefici pubbliche, e rifiutando di partecipare ad una conversazione pubblica sulle stesse.
Cordiali saluti,
Alessandro Riolo