Era stata condannata al termine del processo di primo grado dal Tribunale di Sciacca a quattro mesi di reclusione e 400 euro di multa oltre alle spese processuali.
Le accuse erano appropriazione indebita aggravata e continuata in danno di una parente. Si sarebbe appropriata di 49mila euro e di gioielli in oro. Lo scorso 12 febbraio però la Corte d'appello di Palermo ha assolto Rosaria Balsamo, dall'accusa mossa dalla Procura di Sciacca di essersi appropriata, approfittando dell’età e del rapporto di fiducia, di denaro e gioielli di proprietà della zia che assisteva dal 2014 a Gibellina.
La donna, molto nota, perché insegnante, era stata condannata dal Tribunale di Sciacca ma a seguito dell’appello proposto dal difensore sono caduti i reati di cui doveva rispondere. La causa era iniziata il 3 luglio del 2014 con la presentazione di una querela della zia che accudiva.
Nonostante nel processo di primo grado si era dimostrato che l'anziana stesse bene e fosse capace di intendere e di valore e che i prelievi dal suo conto correnti e i versamenti fatti un altro cointestato con la nipote, fossero stati autorizzati dalla stessa, si era arrivati ad una condanna. Ora l'assoluzione e la fine per la signora Balsamo.