La nuova Rete ospedaliera di Ruggero Razza, che per la maggiore ricalca quella dell’ex assessore regionale Baldo Gucciardi, prevede la chiusura in Sicilia di ben otto Punti di primo intevento, chiamati Pte, al loro posto ci sarà una ambulanza con medico a bordo.
Prevista la chiusura di otto Pte solo nel 2019 mentre ben quindici nel 2020, sindaci e utenti sono pronti a difendere i presidi e a scendere in piazza contro questo tipo di razionalizzazione che lascia scoperti diversi territori.
C’è da sottolineare che il monitoraggio di questi Punti di primo intervento inizia non adesso ma nel 2015, il problema è la mancanza dei requisiti, seimila accessi annui, richiesti da parte del Ministero della Salute, per il mantenimento in vita dei Pte che in Sicilia sono in totale trentanove, di questi appena quattro rientrano nelle direttive ministeriali: Pachino, Carini, Bagheria, Cammarata.
Per i restanti si rischia la immediata chiusura, ma prima di procedere si sono valutati altri parametri come la vicinanza, entro 20 minuti, con altri Pronto soccorso, la presenza di un centro di accoglienza migranti, essere una località turistica, avere una non collegata rete viaria. E seguendo queste linee a non soccombere saranno i Pte di Salina, Patti, Palazzo Adriana, Pozzallo, Lercara Friddi, Tortorici, Francavilla di Sicilia, Linguaglossa, Novara di Sicilia e Mineo.
Entro il 2019, invece, chiuderanno i Pte a basso impatto e cioè i punti di Scaletta, San Cataldo, Messina Sud, Messina Nord, Zanclea, Torregrotta, Falcone, Chiaramonte Gulfi, Vittoria.
Per quelli a medio impatto l’assessorato ha chiesto e ottenuto una deroga, la chiusura non sarà quest’anno ma nel 2020, si tratta delle zone di Menfi, Grammichele, Randazzo, Ramacca, Sommatino, Milena, Brolo, Capo d’Orlando, Santo Stefano di Camastra, Santa Teresa di Riva, Rosolini, Palazzolo Acreide.
In questa categoria rientrano anche i Pte di Favignana, Salemi e San Vito Lo Capo.
L’isola di Favignana non ha alcun pronto soccorso vicino e soprattutto è un’isola, la chiusura del Pte è una incongruenza ovvero un errore da correggere, per una località turistica che in estate vanta una massiccia presenza di persone.
Stessa cosa per San Vito Lo Capo, la cui distanza dal Pronto soccorso dell’ospedale di Trapani è oltre i 20 minuti, e la meta estiva di tutta la Sicilia occidentale non potrà sopperire con una sola ambulanza presente al borgo marinaro.
Dall’assessorato regionale alla Salute fanno sapere che non è così immediata la rimodulazione e che la data ultima è stata fissata per il 21 dicembre del 2020, si tiene conto delle criticità e in realtà non si tratta affatto, tengono a sottolineare dalla Regione, di lasciare i territori scoperti ma nel rimodulare con una sostituzione con due medici presenti e due autisti soccorritori.