Lo spoglio delle schede per le elezioni regionali sarde è cominciato stamattina alle 7. In base agli exit-poll, la coalizione di centro-destra, col 43-47%, avrebbe un buon vantaggio su quella di centro-sinistra che avrebbe raccolto il 27-31%.
Molto serrato invece, grazie al cosiddetto “voto disgiunto”, il confronto tra i due candidati governatori: Christian Solinas (centrodestraI) naviga tra il 36,5 e il 40,5. Massimo Zedda (centrosinistra) tra il 35 e il 39%. Per il M5s, che avendo preso il 42,5% alle ultime politiche sperava di non andare sotto il 20%, si annuncia un risultato disastroso: gli exit poll lo quotano tra il 14,5 e il 18,5%.
«La contestazione interna [ai cinquestelle] finora fatica a organizzarsi, anche perché la minoranza del 41 per cento uscita dalle urne elettroniche di Casaleggio è assai meno cospicua nei gruppi parlamentari pentastellati, dove spunta invece un partito sempre più consistente di poltronisti. La leadership del capo politico di Pomigliano ha cominciato a consumarsi, ma il declino potrebbe subire un’accelerazione, specie se la serie di risultati negativi dovesse allungarsi fino alle europee. Su un movimento privo di regole di democrazia interna e sostanzialmente eterodiretto dall’esterno, è difficile fare previsioni, anche se le voci di scissione, con la parte fichiana (del presidente della Camera Fico) che andrebbe all’opposizione e quella dimaiesca che si acconcerebbe a sostenere un governo d’emergenza a guida Salvini, qualcosa dicono: il governo e il minimo comune denominatore dell’alleanza giallo-verde potranno anche reggere, ma non sono più quelli di prima» scrive La Stampa.
Pisapia si candida alle Europee?
Giuliano Pisapia potrebbe candiderà con il Pd alle Europee del 26 maggio. Ieri l’ex sindaco di Milano ha partecipato a Roma a un incontro con Nicola Zingaretti che lo ha proposto come capolista nel collegio del Nord-Ovest: «Dipende da lui, ma è una risorsa eccezionale che aiuterebbe a dare un segno che qualcosa sta cambiando». Replica ufficiale di Pisapia: «Ancora è presto».
Calenda: «Vedo un inspiegabile avanti e indietro. Prima il Pd aderisce al manifesto “Siamo Europei” e all’idea di lista unica e poi si parla di lista pd aperta. Io non sono disponibile ad alcuna operazione cosmetica. Tanto più se tornano in gioco Emiliano, Bersani, D’Alema e Grasso. Sono tutte personalità che, Emiliano a parte, stimo e rispetto, ma che hanno predicato la convergenza con i 5 Stelle. Al manifesto non può partecipare chi vuole fare alleanze nazionali con Lega e M5S. Sarebbe trasformismo politico» scrive Il Corriere della Sera.