«Un risparmio di 100 milioni di euro all'anno», per il senatore e avvocato romano Gianluca Perilli (Movimento Cinque Stelle). Sono queste le cifre, presunte, del risparmio per lo Stato dall’approvazione della «proposta che prevede una riduzione pari al 36,5 per cento del numero dei parlamentari, dagli attuali 945 a 600» che è stata approvata, lo scorso 7 febbraio, nella prima delle quattro votazioni che sono necessarie per questa riforma costituzionale con 185 voti a favore e 54 contrari (gli altri erano assenti).
Oggi sembra che i partiti politici abbiano raggiunto un accordo su un testo che unifica le proposte dell’ingegnere triestino Stefano Patuanelli (Cinque Stelle), del professore universitario romano Gaetano Quagliarello (Forza Italia) e del medico bergamasco Roberto Calderoli (Lega).
«Proporremmo di istituire una Commissione costi-benefici della democrazia, così magari avremo dei dati più certi per capire quanto costa e quali benefici dà la democrazia». E’ la provocatoria dichiarazione della senatrice Loredana De Petris (Liberi e Uguali).
Oggi i 630 deputati rappresentano un rapporto di uno ogni centomila abitanti; i 315 senatori, invece, risultano essere 0,5 per ogni centomila abitanti.
Ma il numero dei nostri parlamentari è veramente eccessivo e sproporzionato rispetto a quegli degli altri paesi europei? La senatrice De Petris sembra suggerire una risposta negativa. «In Austria il rapporto tra deputati per 100.000 abitanti è di 2,1, in Belgio di 1,3, in Bulgaria di 3,4, in Danimarca di 3,1, in Estonia di 7,7 e in Finlandia di 3,6», spiega.
I dubbi sulla riforma ci sono. E’ Pier Ferdinando Casini (PD), ex presidente della Camera, a dire, a denti stretti, una verità: «se andiamo avanti così, tra un po' [l’opinione pubblica] vorrà la soppressione dei parlamentari. Noi mettiamo un'ulteriore pietra alla delegittimazione con la quale stiamo scientificamente costruendo la demolizione della democrazia rappresentativa».
Il cammino per la riforma, comunque, è ancora lungo e la stessa non potrà trovare luce prima della fine di quest’anno.
Natale Salvo