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28/02/2019 06:00:00

"Mafia Bet", ecco come Calogero Luppino girava ai mafiosi i soldi dei centri d'accoglienza

I soldi, che dalla Prefettura di Trapani arrivavano all’associazione “Menzil Salah” di Salaparuta per pagare le spese per la gestione della comunità alloggio per minori migranti “Lamin Njie” finivano direttamente nelle mani di Calogero John Luppino e quest’ultimo, a sua volta, versava una somma mensile di 500 euro al mafioso Cinuzzu Urso.

Era questo in pratica il giro che aveva messo in piedi Luppino, vero gestore occulto dell’associazione, utilizzata come una sorta di bancomat per finanziare i mafiosi di Campobello, tra cui Urso, e occuparsi del mantenimento dei familiari di Franco Luppino, attualmente in carcere.

Tra le diverse attività imprenditoriali di Calogero Luppino, l’imprenditore 39enne di Campobello di Mazara, al centro dell’operazione “Mafia Bet”, finito agli arresti assieme allo zio Salvatore (Mario) Giorgi e Francesco Catalanotto, c’è, infatti, anche quella della gestione di alcune comunità alloggio o centri accoglienza.

L'associazione  “Menzil Salah” - L’associazione di volontariato, è stata costituita il 17 dicembre 2009 a Salaparuta e iscritta alla Camera di Commercio di Trapani a luglio 2014. Svolge attività di servizi sociali, socio-sanitari ed educativi, mediante la gestione diretta, in appalto o in convenzione con Enti pubblici o privati. La stessa società, nello specifico, gestisce la Comunità Alloggio di prima accoglienza per minori denominata “Lamin Njie”, con sede a Salaparuta.

Il socio occulto - Dal 13 giugno 2016 presidente del consiglio direttivo e rappresentante dell’associazione è Vito Balsamo, consigliere comunale di Salemi.  Fanno parte del consiglio di amministrazione, Giacomo Gentile, consigliere comunale di “Io amo Campobello”, (movimento politico di Giorgi) e zio acquisito di Calogero Jonn Luppino, e Giuseppe Di Stefano, classe 1937. Luppino riesce ad ottenere una concessione per aprire un centro d’accoglienza a Salaparuta gestito dall’associazione di volontariato “Menzil Salah”.

Da qui la nascita della struttura “Lamin Njie”, destinata ad ospitare stranieri minorenni. Nonostante un’improvvisa sostituzione dei dirigenti, avvenuta a pochi anni di distanza dall’inizio dell’attività, gli investigatori non hanno dubbi che la mente sia rimasta sempre Luppino. I magistrati della DDA di Palermo sostengono che Calogero John Luppino, nella veste di socio occulto dell’associazione, ha percepito dei ricavi della “Menzil Salah” che ha destinato a Cosa nostra e, in particolare al sostentamento economico del capo famiglia di Campobello di Mazara.

L'intercettazione e i versamenti di denaro - A confermare quelli che sono i sospetti degli inquirenti c’è un’intercettazione del 18 ottobre 2017. Gli inquirenti registrano un dialogo all’interno dell’ufficio di Calogero Luppino con Cinuzzo Urso che riguarda alcune questioni economiche, sulla spartizione dei ricavi. Addirittura Calogero Luppino dice ad Urso di versargli 500 € al mese, nonostante la prefettura non fosse regolare con i pagamenti delle rette alla “Menzil Salah”.

Questo il dialogo intercettato, in cui Luppino dice a Urso: “io a te, te li sto dando lo stesso 500 euro al mese come ti avevo promesso all'inizio, ti dissi, io a te… te li sto dando, man mano vanno pagando 3 mesi, 6 mesi ...inc... perché se dobbiamo aspettare che recuperiamo ci sarà un altro anno da spettare, un anno c'è... un altro anno ci vuole per aspettare, per recuperare i soldi... ma non c'entri niente te... quelli li vado recuperando io... io per ora ancora sotto buono sono messo là a Salaparuta, però... quando arriviamo, riscuoto e io ti dico, ti ho calcolato... mi hanno pagato 3 mesi, eccoti 1.500, ora dovrebbero arrivare altri 3 mesi, se non arrivano questa settimana arrivano la prossima settimana, fra 15 giorni, non è un problema... tieni qua... a gennaio mi hanno detto che ci dovrebbero arrivare altri 6 mesi... da qua a fine gennaio, dalla Prefettura hanno telefonato e hanno altri 6 mesi pronti…”.

Grazie al business dei centri d’accoglienza per finanziare la cosca mafiosa di Campobello, Luppino riusciva ad ottenere denaro anche tramite altre società, oggi sequestrate, fra cui una compagnia che metteva a disposizione degli autobus impiegati per trasportare gli ospiti del centro.