Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/03/2019 17:09:00

Si fingeva ginecologo sui social per adescare ragazzine. Arrestato ingegnere cinquantenne

 Si spacciava per un famoso ginecologo in grado di eseguire speciali e costosi trattamenti. Agganciava le sue vittime, ragazzine tra i 15 e i 17 anni sui social, tra cui Facebook, Instagram.

E in alcuni casi, due di quelli accertati, ma potrebbero essere molti di più, abusava sessualmente di loro. La sua fama lo precedeva: a consigliare alle vittime il bravissimo ginecologo Alberto Berti (anche il nome ovviamente è finto) erano altre coetanee sui social. Dietro ai loro profili, rigorosamente falsi, c’era sempre lui: un ingegnere di 50 anni della Brianza, con tanto di moglie e figli, arrestato su ordinanza di custodia cautelare con le accuse di violenza sessuale aggravata, adescamento e invio di materiale pedopornografico.

A dare il via agli accertamenti, la denuncia presentata da una delle vittime che, spaventata dalle continue minacce dell’uomo e dalle pressioni subite dai diversi contatti social, ha confessato tutto ai genitori. Le modalità di approccio dell’uomo erano sempre le stesse: attraverso i profili finti, consigliava alle possibili vittime le straordinarie prestazioni del medico.

Erano loro, ragazze in genere particolarmente fragili, a contattarlo, sul suo profilo Facebook ufficiale. Lui, con un linguaggio pseudo-scientifico, le adulava, si faceva mandare foto delle parti intime, proponeva i trattamenti e le invitava in un appartamento che spacciava per studio medico, dove poi si consumavano gli abusi. Una delle vittime, prima di incontrarlo, ha pure provato a tirarsi indietro. Subito lui le ha presentato il conto per l’attività fino a quel momento svolta: 365 euro, che la 15enne, ovviamente, non avrebbe mai potuto pagare.