Aveva scritto un libro per sua figlia, sapendo che avrebbe potuto condividere con lei solo un breve tratto di strada. La triste storia di Andrea Bizzotto, ingegnere 33enne di Cittadella, affetto da un tumore raro, il sarcoma sinoviale, si è conclusa la notte scorsa.
Andrea è morto, dopo aver lottato contro il cancro e aver espresso invece tutta la sua gioia di vivere in 'Storia di un maldestro in bicicletta': un giorno la figlioletta potrà leggerlo e conoscere così il suo papà scomparso troppo presto.
"Biz", come era soprannominato, si è spento poche ore dopo la presentazione del suo libro in Emilia. "Questo libro rappresenta una piccola parte di quello che sono ed ero. Spero che un giorno lo leggerai per imparare a filtrare il buono dal meno buono", aveva scritto nella dedica alla figlia Giulia Grace, nata nel 2016 al rientro da un periodo in Germania dove Bizzotto aveva incontrato la donna che poi ha sposato, Maria Brandt. Quando Giulia Grace è venuta alla luce, Bizzotto era già alle prese con la chemioterapia e l'anno scorso i medici gli avevano dato pochi mesi di vita. Per questo il giovane ingegnere industriale aveva deciso di raccontarsi con un libro ("Non sono uno scrittore, ma nemmeno un analfabeta", è la premessa che chiude l'introduzione).
Solo poche ore prima di morire Andrea aveva scritto il suo ultimo post su Instagram, pubblicando una foto di una stella che cresce come un fiore. "E' solo questione di tempo... ci vediamo dalla mia stella", le sue parole che racchiudevano un saluto, consapevole probabilmente che gli restava poco da vivere.
Scrive Massimo Gramellini sul Corriere della Sera:
Quando ha saputo che gli rimanevano pochi mesi di vita, Andrea Bizzotto ha subito pensato a sua figlia Giulia, di due anni. A come si sarebbe arrabbiata nel non trovarlo più. Un orfano si sente tradito ed è impossibile guarirlo dal sospetto che chi lo ha lasciato non gli volesse bene. Così Andrea ha scritto un libro per spiegare a Giulia chi era suo padre e quanto l’amasse, ha inciso dei nastri perché lei potesse conoscere la sua voce, le ha preparato lettere numerate da aprire in occasione dei prossimi compleanni. Ma rispetto agli uomini del passato Andrea aveva a disposizione uno strumento in più per eternarsi, Instagram, e lo ha usato come di solito nessuno fa, offrendo di se stesso un ritratto non edulcorato. Davanti al futuro sguardo della figlia, ha squadernato luci e ombre: il suo gelato preferito alla nocciola e le flebo in ospedale, la chitarra Stratocaster e le lastre dei polmoni, i baci con la moglie e la testa pelata, la gioia per Giulia che entra al nido e la speranza di poterla accompagnare al primo giorno di scuola, la bellezza di un panorama lacustre e la stizza per un destino incomprensibile. Fino all’ultimo selfie, scattato dopo una notte di dolore e di morfina. Fino all’ultimo post, il disegno di un fiore che si inerpica in cielo: «Ci vediamo dalla mia stella». Andrea Bizzotto aveva trentatré anni e se n’è andato con la certezza che sua figlia saprà che ci è stato.