Il processo per la morte di Valeria Lembo si dovrà rifare, lo ha deciso la Cassazione che rinvia nuovamente in appello e lascia così l’amarezza nei familiari e negli avvocati della vittima.
Valeria, mamma di un bambino di sette mesi, è deceduta il 29 dicembre2011 al Policlinico di Palermo, a causa di una dose di un farmaco chemioterapico 10 volte superiore rispetto al consentito che la portò alla morte dopo venti giorni di agonia. Errori e distrazioni da parte di medici e infermieri che hanno causato il mix mortale per la povera donna.
Sono due i gradi di giudizio che hanno riconosciuto la colpevolezza del primario di Oncologia medica del Policlinico, Sergio Palmeri, e dei due specializzandi, Laura Di Noto e Alberto Bongiovanni. Sono state Riconosciute anche le responsabilità di due infermiere, Clotilde Guarnaccia e Elena Demma. Quest’ultima ha patteggiato una condanna a 2 anni e 6 mesi.
Con la decisione della Cassazione, dunque si lascia aperto il caso. Nonostante la Suprema Corte ritenga responsabili gli oncologi Laura Di Noto e Alberto Bongiovanni, per loro, è stato deciso il rinvio alla Corte d’appello che dovrà stabilire la pena che a questo punto non potrà essere superiore ai 4 anni già decisi in secondo grado. Per questi due medici non c’è la possibilità di usufruire della prescrizione.
Chi potrebbe usufruirne, visto che il termine di prescrizione per il reato di omicidio colposo è di sette anni e mezzo, ed è fissato entro fine anno, è il primario Sergio Palmeri, condannato in appello a 4 anni e mezzo, e la infermiera Clotilde Guarnaccia, 2 anni e 10 mesi. Per entrambi, infatti, la Cassazione ha annullato la sentenza con rinvio ad altra Corte d’appello.