E anche l’estate 2019 sarà molto triste per l’aeroporto di Trapani Birgi. Perchè anche se ci sono tante cose in ballo, dalla continuità territoriale alle nuove trattative, nessuna di queste potrà portare ad una programmazione di voli nuovi per la prossima estate. Si ripete quindi la storia.
Allora quali sono le ultime notizie sull’aeroporto di Trapani-Birgi?
Intanto c’è la continuità territoriale. Cos’è? Sono misure che il Governo nazionale prevede per quei territori particolarmente isolati con il resto del Paese e che prevedono incentivi per collegare meglio queste zone. Ecco, Trapani è teoricamente tra queste zone. Nel senso che per la sua posizione geografica parte svantaggiata rispetto ad altri territori italiani. Sono stati stanziati 52 milioni di euro, da dividere con Comiso, per alcuni voli da e per Trapani Birgi. Ma la continuità territoriale a Birgi, serve a poco, come abbiamo spiegato giorni fa. Le tratte infatti sono solo nazionali, e i criteri della continuità territoriale non permettono di aumentare i voli con le città più importanti, come Milano, Roma, Torino, eccetera. Tra l’altro anche se Birgi non ha voli con le più importanti città italiane (o ne ha pochissimi) secondo i criteri della continuità territoriale c’è l’aeroporto di Palermo a disposizione, e neanche tanto distante, da poter raggiungere. In più, ovviamente, questi soldi non possono essere utlizzati per i voli internazionali e neanche per i voli Ryanair. Quindi restano: Trieste, Napoli, Ancona, Brindisi, Parma e Perugia. Non proprio tanta roba. Su queste tratte verranno fatti dei bandi di gara. Ma la continuità territoriale per Birgi serve a poco.
Altra questione sono le rotte per incrementare il flusso turistico nel territorio. Dopo il primo flop, con la gara andata praticamente deserta per i voli sull'aeroporto di Trapani Birgi, si fa una nuova procedura. Ci sono 22 lotti, cioè destinazioni ancora da assegnare, e 11 milioni di euro a disposizione. Il Comune di Marsala, ente capofila dell'"alleanza" dei Comuni per Birgi ha formalizzato la decisione di avviare le trattative mediante "manifestazione d'interesse". L’intenzione è quella di invitare le compagnie alle trattative per comprare spazi di promozione, ma che in realtà sono voli. Tra tutti sperano gli addetti ai lavori di riuscire a coinvolgere Ryanair, che non ha partecipato al primo bando, per riuscire a comprare delle rotte che possano collegare Trapani con destinazioni estere e “redditizie”. Come andrà a finire questa nuova missione? Staremo a vedere, intanto è certo che gli eventuali accordi che si prenderanno non si concretizzeranno entro l’estate. Allora attendiamoci un’altra estate misera di passeggeri e di turisti. La cosa preoccupa e non poco i gestori di attività ricettive e piccoli imprenditori del settore turistico.
Sulla crisi dell’aeroporto Vincenzo Florio è intervenuta anche la CNA, l’associazione che raggruppa artigiani e piccole e medie imprese.
Davanti alla situazione di Birgi la Cna parla di “un disegno ben preciso: dare sempre più peso ai privati nella gestione lasciando debiti e personale in mano pubblica”.
Nella nota a firma del presidente Luigi Giacalone la Cna si chiede “Quali interessi cura il signor Angius che prima dentro l’Airgest rappresentava i privati e adesso rappresenta la Regione? Il bando revocato dal TAR su ricorso dell’Alitalia è stato fatto in misura per Ryanair o è stato fatto apposta per essere smontato in caso di ricorso? Perché la stazione appaltante ha fatto un bando mettendo a gara le rotte che già faceva Ryanair?”.
Le perplessità su tutta la procedura che si sta seguendo su Trapani-Birgi, per la Cna sono molte. A partire dai lotti, cioè le destinazioni, ancora da affidare, e che si è deciso di farlo con la procedura negoziata.
“Apparentemente viene dato sfogo alla libera concorrenza, nei fatti si rende inappetibile il bando alla compagnie più strutturate: Ryanair in primis. Pertanto ci chiediamo: 1) perché gli esperti che hanno preparato i due bandi, nel primo caso avevano di fatto individuato il vincitore (Ryanair) e dopo decidono di dividere il tutto in 25 lotti non rendendo appetibile il bando alle compagnie più strutturate, che di certo non hanno nessun interesse a confrontarsi con compagnie più o meno finte su singole rotte? 2) una persona di esperienza nel settore, come il presidente di Airgest Paolo Angius, non era nelle condizioni di capire che un simile bando non era di nessun interesse per le compagnie strutturate e quindi prevedere l’assenza di Ryanair? 3) come giudicare le dichiarazioni fatte da Paolo Angius, subito dopo le chiusura del bando: “Secondo me non sono poche. Il fatto che sia la nostra compagnia di bandiera a credere in Trapani è molto incoraggiante.” Ma qual è stato il risultato? Catastrofico. Ryanair, come facilmente prevedibile, non ha partecipato; Alitalia e Blue Air hanno partecipato solo alle rotte che già svolgevano senza contributo pubblico, nessun’altra compagnia ha dimostrato interesse”.
Ancora Luigi Giacalone per la Cna punta il dito sui vertici dell’Airgest e ne chiede le dimissioni per “manifesta incapacità”. Il bersaglio è sempre Angius, accusato di aver fatto errori da principianti. Il documento della Cna lancia qualche dubbio:
“Ci chiediamo: A) la catastrofe che sta avvenendo è frutto di ingenuità o di malafede? B) perché regna un silenzio imbarazzante da parte di tutti i soggetti interessati alla vicenda? C) cosa c’entra la fusione con la GESAP per rilanciare Birgi? Non sarebbe stato più utile discutere di fusione con 2 milioni di passeggeri piuttosto che senza voli e con l’acqua alla gola?”
Per la CNA il rimedio è quello di revocare in autotutela l’ultimo bando e farne immediatamente uno nuovo, di sana pianta, che abbia come elemento base non le rotte ma i passeggeri da trasportare su Birgi.“Mettiamo come base d’asta 2 milioni di passeggeri e si aggiudichi la gara chi a parità di risorse si ingegna a portare più passeggeri oltre la soglia minima. In questo modo otteniamo alcuni risultati formidabili: mettiamo in concorrenza solo grandi compagnie aeree e ci garantiamo un minimo di passeggeri, già alla prossima stagione turistica, congruo per salvare l’aeroporto di Birgi e per rilanciare l’economia del territorio”.