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13/03/2019 06:00:00

Scrive il legale di Settimo Miccichè, sulle dichiarazioni di Giambalvo, Ruggirello...

 Egregio Direttore Dott. Giacomo Di Girolamo,
scrivo la presente in nome, per conto e nell'interesse dell'Architetto Settimo Micciché che, a tal fine, mi ha conferito espresso incarico.

Con somma meraviglia e notevole stupore, si legge nella seconda parte dell'inchiesta "Mafia e Politica a Campobello di Mazara", pubblicata in data 09.03.2019:
"A dire di Giambalvo un altro politico sarebbe nelle mani di Ruggirello: l’ex consigliere comunale Settimo Miccichè di professione architetto, che “Ha avuto una “cosa grossa” con Paolo (RUGGIRELLO ndr.) e perciò quasi quasi si deve "calare".

Il tutto seguito da un rilievo fotografico in primo piano del medesimo professionista.

Innanzitutto, va puntualizzato che tale "Giambalvo" è persona assolutamente ignota e sconosciuta all'Architetto Micciché Settimo, che assisto, e dal tenore dell'articolo non è dato evincersi se effettivamente sia stato lo stesso a propalare le notizie false, tendenziose, calunniose e diffamatorie dello stimato professionista che mai ha avuto rapporti con gente di tale fattura. Gente nei confronti della quale ci si riserva di spiegare specifica querela a salvaguardia della persona, del professionista e della sua immagine.

La cosa che, invece, lascia esterrefatto è che nell'articolo pubblicato il giorno 09.03.2019, né la redazione di Codesta testata giornalistica né il materiale esecutore dell'articolo ha considerato la possibilità di vagliare, in maniera inequivoca ed approfondita, l'attendibilità della fonte delle inopportune e presunte propalazioni, diffamatorie e calunniose, mosse nei confronti dell'Arch. Settimo Micciché del quale - con evidente eccesso di zelo cronistico - veniva ricercata e reperita dal sito "Edilportale", ovvero da altro portale, la riproduzione fotografica posta in primo piano all'interno del medesimo articolo con l'evidente fine di rendere verosimile quanto - inopportunamente - sarebbe stato infondatamente ed artatamente affermato da tale Giambalvo con le proprie dichiarazioni farneticanti.

Ciò, di sicuro, ha travalicato il diritto di cronaca e la libertà di stampa, costituzionalmente garantiti.

Lesivo dell'immagine della persona e del professionista, in ogni caso, si appalesa il richiamo al soggetto (professionista con ruolo politico di ex consigliere comunale) il cui nominativo e la cui riproduzione fotografica sono stati inseriti, inopportunamente, all'interno di un articolo di cronaca di portata tale da inculcare, in chi legge, un evidente messaggio diffamatorio da cui si prendono in maniera categorica le opportune distanze.

Nel rappresentare che verranno tutelati i diritti dell'Architetto Settimo Micciché nelle opportune sedi giudiziarie, si invita e diffida, pertanto, Codesta testata giornalistica a rimuovere immediatamente il nominativo e l'immagine dell'Arch. Settimo Micciché dall'articolo pubblicato il giorno 09.03.2019 ed a pubblicare, a salvaguardia dell'immagine dello stesso, la presente richiesta e pubblica dichiarazione.

Distinti saluti

Avv. Filippo Barba

 

Nessuna volontà da parte nostra di diffamare alcuno. Riportiamo solamente quanto risulta agli atti dell'indagine, senza pregiudizio, narrando solo i fatti.  L'architetto Miccichè è, nella comunità di Campobello di Mazara, personaggio noto, data la sua esperienza in consiglio comunale. Da qui la pubblicazione della foto. Circa le sue dichiarazioni, inoltre, ne prendiamo con piacere atto, soprattutto nel passaggio in cui ricorda che "non ha avuto mai rapporti con gente di tale fattura". E' anche vero, però, che,  al di là delle dichiarazioni di Giambalvo, in un'annotazione nelle carte dell'inchiesta, a commento dell'intercettazione riportata, si legge: "Il politico, sulla base degli elementi indicati dagli stessi interlocutori è stato identificato in MICCICHÈ Settimo, architetto, ex consigliere comunale di Campobello di Mazara, coniugato con INDELICATO Anna Vincenza, figlia di INDELICATO Francesco, inteso “Cicciu lu niuru”, con pregiudizi per associazione mafiosa". 

Giacomo Di Girolamo