Il Tribunale di Trapani ha condannato Giuseppe e Pietro Pace, accusati di estorsione e turbativa d’asta, alla pena di 4 anni e 2 mesi e 3.400 euro di multa di multa. I due castellammaresi sono stati giudicati con il rito abbreviato.
I fatti hanno avuto inizio a maggio del 2017 quando una donna di Castellammare si aggiudicò ad un'asta giudiziaria la villetta che era di proprietà dei Pace e messa all’asta dopo una procedura esecutiva avviata da una banca creditrice. Gli imputati, spossessati dal Tribunale di Trapani della loro casa di proprietà, erano accusati di aver minacciato in stile mafioso i nuovi acquirenti.
Giuseppe e Pietro Pace, difesi dagli avvocati Fabio Sammartano e Maurizio Lo Presti, sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" per un'altra vicenda che riguardava un altro soggetto interessato precedentemente all'acquisto della medesima villetta.
All'udienza del 12 febbraio scorso il P.M. aveva chiesto la condanna a 5 anni, 9 mesi e 10 giorni di reclusione ed €. 6.000,00 di multa per Pace Giuseppe, e 5 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione ed €. 6.000,00 di multa per Pace Pietro.
Le parti civili rappresentate dall’avvocato Mannina, che difende Leonardo Candela e la madre Lucia D’Angelo, e l’avvocato Bambina per l’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese.