Dopo che il Tribunale di Trapani ha condannato Giuseppe e Pietro Pace, accusati di estorsione e turbativa d’asta, alla pena di 4 anni e 2 mesi e 3.400 euro di multa di multa, i difensori annunciano la richiesta d'appello.
I due castellammaresi giudicati con il rito abbreviato e difesi dagli avvocati Maurizio Lo Presti e Fabio Sammartano sono convinti di poter riuscire a dimostrare la totale estraneità alle accuse contestate in primo grado ai loro assistiti, che oltretutto nell'ambito dello stesso processo sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" per una vicenda analoga nei confronti di un'altra persona di Marsala anche lei interessata all'acquisto dell'immobile.
Le pene inflitte ai due Pace sono state inferiori rispetto alla richiesta del pubblico ministero. I difensori attendono i 90 giorni per il deposito delle motivazioni, e hanno già annunciato che sicuramente presenteranno appello.
I fatti iniziarono a maggio del 2017 quando una donna di Castellammare si aggiudicò ad un'asta giudiziaria la villetta che era di proprietà dei Pace e messa all’asta dopo una procedura esecutiva avviata da una banca creditrice. Gli imputati, spossessati dal Tribunale di Trapani della loro casa di proprietà, erano accusati di aver minacciato i nuovi acquirenti.