La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Tribunale della Libertà di Palermo che aveva confermato l'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Gip di Trapani, Antonio Cavasino nei confronti dell'alcamese Giuseppe Pirrello, 59 anni, ex capo del Genio civile di Trapani.
Pirrello, dunque, torna in libertà dopo essere finito ai domiciliari a novembre del 2018 nell'ambito dell'operazione "Palude" della guardia di finanza di Alcamo che aveva portato al provvedimento degli arresti domiciliari anche per Simone Cusumano, il dirigente del Comune di Castellammare del Golfo.
I due avrebbero avuto un rapporto stretto facendosi vicendevolmente dei favori allo scopo di portare vantaggi personali a discapito delle posizioni pubbliche ricoperte. Le accuse a vario titolo sono corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falso materiale ed ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici. La Corte di Cassazione depositerà a breve le motivazioni del provvedimento che si basa su due richieste formulate dall'avvocato di Pirrello, Baldassare Lauria: secondo il legale mancherebbero i gravi indizi di reato e non si ravviserebbe neanche la "minaccia a corpo politico" e cioè il tentativo di fare pressioni indirettamente sul sindaco di Alcamo, Domenico Surdi, per costringerlo a rinnovare le concessioni dei pozzi privati che vennero interrotte per presunti reati legati alla distribuzione dell'acqua, caso questo che è oggetto di un altro procedimento penale.
Pirrello, secondo l'accusa, avrebbe agevolato le pratiche che finivano al Genio civile e che passavano attraverso l'ufficio privato del figlio, con studio di geometra ad Alcamo.