Sono due i dissequestri emessi dal Tribunale del Riesame di Palermo per le attività commerciali di due indagati dell'operazione antimafia "Mafia Bet". Si tratta del bar del campobellese Calogero Pizzolato e dell'azienda, una ditta individuale, del mazarese Antonino Tumbiolo.
Per il bar di Pizzolato, che è accusato di intestazione fittizia di beni, i giudici hanno accolto l'istanza dei difensori che hanno presentato dei documenti che proverebbero l'utilizzo di fondi propri per l'acquisto.
Per Tumbiolo, che, secondo l'accusa sarebbe un prestanome dell'imprenditore Calogero John Luppino, tra gli arrestati di "Mafia Bet", assieme allo zio Mario Giorgi e Francesco Catalanotto, il Tribunale del Riesame ha accolto l'istanza del legale che ha chiarito come l'azienda non sia riconducibile al Luppino.
Luppino voleva adibire in un suo immobile un centro per immigrati e gli occorreva una linea di trasporto extra-urbano tra i Comuni di Salaparuta e Campobello di Mazara e per questo avrebbe chiesto a Tumbiolo se fosse interessato ad attivare la linea di trasporto. Per l'accusa, Luppino sarebbe stato il proprietario occulto dell'azienda, perché Tumbiolo si era anche interessato dell'acquisto di un mezzo, che doveva essere intestato a una azienda di Luppino.