Fabio Di Bono imprenditore del settore turistico e rappresentante del comitato di protesta per favorire il rilancio dell’aeroporto di Birgi #sevolovoto. Il comitato si è attivato con delle manifestazioni di protesta, ora continuate anche sui social con una raccolta firme e anche una raccolta fondi per sostenere le prossime iniziative.
Ci tenevo a sottolineare che la protesta nasce da una situazione di isolamento del territorio trapanese a 360 gradi. In primis c’è l’argomento aeroporto, non solo dal punto di vista sociale ma anche economico, visto il grosso importante calo in provincia di Trapani, soprattutto sentito in particolare dalle due città di Trapani e Marsala e in tutto l’interland della provincia. Ma la protesta nasce anche per le infrastrutture e i trasporti che ci vedono completamente emarginati dal resto dell’Italia. Dalle ferrovie, ancora a livello da far west, alle navi da croceria che sono sempre meno perché il porto non è ancora preparato strutturalmente e con l’escavazione dei fondali che non viene fatta e poi le autostrade e il trasporto su gomma in genere che non è affatto sufficiente come il territorio meriterebbe. Questo solo per spiegare l’isolamento generale e l’abbandono della politica verso questo territorio della Sicilia.
Situazione trasporti che non favorisce certamente lo sviluppo della provincia di Trapani a maggior ragione ora che ci sono meno voli su Trapani e un aumento di passeggeri su Palermo che qui non arrivano anche per mancanza di collegamenti.
Essendo un tecnico vorrei spiegare cosa permette lo sviluppo di Palermo e il ridimensionamento di Trapani. L’aeroporto palermitano registra sette milioni di transiti e ovviamente assorbe tutto il traffico turistico in provincia di Palermo e solo marginalmente su Trapani. Se ipoteticamente Palermo avesse la possibilità di avere 16 milioni di passeggeri, anche la provincia di Trapani potrebbe beneficiarne, collegando, però, bene i trasporti interni, come le ferrovie e il trasporto su gomma. Questo, però, nel breve termine non può accadere e allora dobbiamo sfruttare necessariamente i due aeroporti o meglio, facendolo diventare un unico polo aeroportuale, e sfruttare questi due gate per dare l’opportunità anche alla provincia di Trapani di avere turisti che vogliono visitare questa terra. Nei mesi estivi succede che l’aeroporto di Palermo è molto trafficato e di conseguenza le tariffe aeree salgono alle stelle e quindi, è meno invogliante per i turisti destinare le proprie vacanze in provincia di Trapani, mentre con uno sviluppo dell’aeroporto di Trapani ci sarebbe una opportunità in più per decidere di venire qui a passare le vacanze.
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha detto di non voler fare la fusione tra Gesap e Airgest finché quest’ultimo non risolverà i suoi problemi.
Sì, più che altro spero che la sua sia una provocazione. La nostra manifestazione ha avuto inizio da questo fondamento e cioè che la politica si deve riunire attorno ad un tavolo e trovare soluzioni, non si può più aspettare. La nostra manifestazione, è nata proprio per far mettere assieme le istituzioni politiche e farle ragionare per un progetto a breve e medio termine. Qui c’è un’emergenza da superare e non si può più aspettare.
Lo scorso anno c’è stata una diminuzione di oltre il 70% del fatturato per gli operatori turistici e questa situazione si potrebbe protrarre per i prossimi anni se non si interviene sin d’ora.
Io credo che più di un anno, un anno e mezzo, questa resistenza non possa durare. Molte aziende sono già al collasso per quel che riguarda l’indotto diretto. E anche quello indiretto è normale che ne subisce le conseguenze.
Fabio Di Bono, è esponente del comitato di protesta #sevolovoto quali iniziativi state portando aventi per i prossimi giorni e le prossime settimane?
Noi abbiamo iniziato una raccolta fondi per alimentare la protesta, perché non ci fermeremo qui, vogliamo scuotere l’opinione pubblica e le coscienze di questa provincia, lo facciamo sia online sia porta a porta, con tutti i nostri amici cittadini che ci stanno dando una mano, perché questa è una protesta prettamente cittadina e apartitica. Non c’è una figura politica dietro e stiamo cercando noi stessi di smovere le acque, per portare avanti dei progetti. Speriamo che la politica recepisca questa nostra lotta.
Il vostro volantino è di colore nero in segno di “lutto”. State raccogliendo anche delle firme, a chi volete presentarle e qual è l’obiettivo di questa petizione?
L’obiettivo della petizione è quello di dare forza alla protesta. Come dicevo prima, alle parti in causa, la Regione Sicilia, il Comune di Palermo in quanto proprietario di Gesap che gestisce l’aeroporto palermitano e poi al Governo Nazionale, noi vogliamo far capire che c’è un territorio in crisi e che non si può più aspettare, e la voce del popolo, dei cittadini, degli imprenditori, delle parti sociali, sono importanti in tutto ciò per fare arrivare una voce collettiva di tutto il territorio.