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09/04/2019 11:26:00

Nello Musumeci non ci sta. E' considerato ultimo nella classifica dei governatori italiani

Nello Musumeci, che ad oratoria, stile e compostezza non scherza, è giù in fondo alla classifica dei governatori italiani. Ha ereditato una Regione con tanti problemi, con buchi nella finanza, con una Sanità a parole ben organizzata, nei fatti un colabrodo. E non ci sta Musumeci a questo giudizio crudo, ha messo le mani sulla cosa pubblica siciliana a dicembre 2017, poco tempo per riuscire a dare una sterzata brusca con una maggioranza che non tiene in aula.

Il suo governo è come un bambino che ha appena imparato a camminare: sta in piedi su due gambe, barcolla, tentenna nell’andatura: non si può chiedere di più a 16 mesi. Stride il posizionamento ai piedi della classifica stilata dal Sole 24 ore, il governatore dell’Isola ha in giunta assessori competenti, la maggior parte ha un profilo alto, professionalità di spessore. Dai Rifiuti alla Sanità passando per il Turismo e per il Territorio e Ambiente ci sono politici di lungo corso, nulla di improvvisato.

E allora cosa è che non va? Le aspettative. Durante la campagna elettorale per le regionali del 2017 Musumeci e i candidati hanno smontato pezzo per pezzo la coalizione di centro sinistra, non a torto. Si è creata una aspettativa altissima nei siciliani che avrebbero voluta vederla bellissima fin da subito, la Sicilia.

Poi accade che si entra, tecnicamente, nella stanza dei bottoni e ci si accorge che tutto va a rilento, che la burocrazia è un mostro che divora il tempo, che i disastri del passato rispuntano come erbacce mai estirpate del tutto. Ma il vero nodo di questo governo sono le riforme.  Tutti, ad ogni competizione elettorale, le tirano fuori. Senza riforme la Sicilia è destinata a non crescere. La stagione delle annunciate riforme resta tale da competizione a competizione, da schieramenti in schieramenti, da governatori in governatori. Una maledizione siciliana.

Il carrozzone poi fa il paio con le mancate infrastrutture, vecchie. Le ferrovie sembrano le locomotive del far west, lo scenario autostradale è da terzo mondo. Nessuna decisione seria e concreta per l’aeroporto di Trapani-Birgi, una voragine da cui questo governo è stato già per metà inghiottito.

Non c’è più tempo. Al di là delle classifiche, che lasciano sempre il tempo che trovano, è il tempo che viene meno, insieme alla speranza dei siciliani di poter vedere la loro terra cambiata. La disoccupazione imperante e lo svuotamento dei territori verso altre nazioni impoverisce il capitale umano, ne risente la scuola con un numero ogni anno decrescente di iscrizioni, ne risente l’economia che non può, per ovvie ragioni, essere basata solo su un turismo di bandiera e poco praticato nei fatti. È come una rosa, la Sicilia, bella, profumata, ammaliatrice ed elegante, non puoi toccare i suoi petali, le spine impediscono di prenderla e viverla.