Un incontro tra esercenti del centro storico a Trapani e residenti è diventato motivo di scontro per la maggioranza consiliare di Giacomo Tranchida, sindaco della città.
L’incontro si è tenuto a Palazzo Cavarretta ed è stato presieduto dal consigliere Giuseppe Lipari del gruppo Giovani Muovi Menti. Un incontro di tre ore circa che ha cercato di mettere ordine su che tipo di movida dovrebbe esserci in estate, se è giusto che tra le vie del centro storico ci sia la musica oppure no.
I cittadini interessati e i commercianti hanno preso la parola e hanno cercato di dire la propria, sono stati ascoltati tutti gli attori interessati, c’è un regolamento messo a punto dal consiglio comunale che è stato anche emendato.
La questione nasce dal fatto che il consigliere Lipari non ha concesso la parola alla consigliera Anna Garuccio, del gruppo consiliare “Amo Trapani”.
La Garuccio è stata lì ad ascoltare tutti gli interventi ed alzava il ditino per prendere parola, puntualmente veniva ignorata. Quasi in chiusura ha chiesto esplicitamente di intervenire e Lipari non gli ha concesso la parola.
Qui il video.
Non le è stato consentito di fare alcun intervento, prima apostrofandola sulla eventuale passerella e poi dicendole che non rappresentava una cittadina comune, in seconda battuta ha dichiarato che, siccome, i dipendenti erano in fascia di straordinario lavorativo il proseguo dell’incontro avrebbe causato un maggiore dispendio di risorse economiche per il Comune.
Se l’iniziativa, promossa dal gruppo consiliare a cui Lipari fa riferimento, fosse stata organizzata in luogo diverso non si sarebbe creato l’equivoco.
Peraltro, la Garuccio chiedeva un intervento di pochi minuti, il modo con cui Lipari ha stoppato la collega d’aula ha causato malumori tra i vari consiglieri. Lo scontro si è consumato con il capogruppo della Garuccio, Peppe La Porta, che ha ammonito Lipari e il giovane consigliere ha deciso di denunciarlo alla Digos per minacce, la frase incriminata sarebbe stata: “Meglio che non ti fai vedere più qui”.
Lipari ha suscitato il disappunto del suo stesso gruppo consiliare, tanto da essere vicini alla sfiducia, nel frattempo si è fatto quadrato attorno alla figura della Garuccio, ad intervenire il commissario provinciale dell’UDC, Fabio Giovanni Raimo: “Capisco che al tempo delle ruspe e delle spacconate politiche un episodio greve come quello accaduto alla consigliera Garuccio possa venire considerato “normale” tuttavia noi come moderati continuiamo a credere in una politica che ha uno stile autenticamente diverso, in particolar modo quando si ha la possibilità di poter rivestire delicate responsabilità istituzionali. Anche a Trapani, dove senza alcuna tema di smentita Anna Garuccio, assieme a Alberto Mazzeo, rappresenta al meglio quello stile ma anche e soprattutto i principi ed i valori a cui la nostra tradizione politica si richiama e che nella pratica quotidiana, forse, qualcuno dimostra di misconoscere. Per noi, cambiamenti non potrà mai significare mancare di rispetto alle persone o mortificare l’importante ruolo che esse rappresentano col mandato ricevuto dagli elettori e per questo vanno rispediti al mittente comportamenti ed atteggiamenti sconsiderati che devono essere stigmatizzati semplicemente perché non conducenti rispetto a qualsiasi minima forma di confronto a cui evidentemente qualcuno deve ancora abituarsi”.
La consigliera Garuccio ha ringraziato coloro che hanno mostrato vicinanza e onesta’ intellettuale in merito a questa pagina spiacevole per la democrazia della città di Trapani: “ Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente del Consiglio Comunale di Trapani, Signor Giuseppe Guaiana, per il suo nobile e non facile gesto di ristabilire l’equilibrio facendo rispettare le regole, sempre a difesa dell’eterno valore della Democrazia. Esprimo profonda gratitudine a tutto il gruppo consiliare AMO TRAPANI e al suo capogruppo, Signor Giuseppe La Porta, instancabile combattente, attento al rispetto dei valori in difesa dei diritti della persona.
Un sincero grazie ai colleghi consiglieri, esponenti di maggioranza e di opposizione.
Un doveroso e sentito ringraziamento alla Stampa per l’opportunità di affrontare tale questione importante che potrebbe rivelarsi utile per la società di oggi segnata dalla prepotenza.
Certa che, ne’ le motivazioni ne’ i tempi espressi dal Consigliere Giuseppe Lipari nel non avermi permesso di parlare, corrispondono in nessun modo a verità, avendo io stessa chiesto più volte la parola in tempo opportuno e lontano dal termine dei lavori, tengo ad affermare che ogni Consigliere Comunale è chiamato ad esercitare in tale assemblea il proprio diritto/dovere di rappresentanza, facendo leva sul proprio senso civico per garantire l’interesse di tutta la comunità. Ogni consigliere, ogni cittadino, ha il diritto di parlare e il dovere di fare. Per tali motivi, tutte le idee possono essere espresse e qualsiasi limitazione a tale espressione da parte di altri è sia costituzionalmente inaccettabile, sia moralmente e politicamente scorretta”.
Potrebbe essere questa una delle prime fratture in seno alla maggioranza consiliare su cui poggia l’Amministrazione di Tranchida.
LA PORTA. Arriva intanto in redazione una replica del consigliere comunale Giuseppe La Porta circa la notizia pubblicata ieri da Tp24.it su una possibile denuncia nei suoi confronti da parte del suo collega consigliere Lipari:
Ho appreso a mezzo stampa di un'asserita denuncia presentata nei miei confronti dal consigliere Giuseppe Lipari.
Mi preme replicare che i fatti esposti non rispondono al vero, in quanto il contenuto del colloquio intercorso è stato diametralmente diverso, stante che ho solamente invitato il consigliere Lipari a non rivolgermi la parola, sopratutto in termini sarcastici.
Non v'è stata quindi alcuna minaccia, né invito ad abbandonare i lavori della commissione. Probabilmente, il consigliere Lipari, è alla ricerca di visibilità, a seguito dell'isolamento politico, conseguente ai recenti fatti di cui si è reso protagonista a Palazzo Cavarretta.
Ove fossi stato realmente denunciato, mi riservo quindi ogni più opportuna e doverosa azione legale, anche a tutela della mia immagine