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13/04/2019 09:29:00

Trapani, tensione in consiglio comunale. Safina si dimette dalla vice presidenza

 Si sono consumati a Trapani a Palazzo Cavarretta degli scossoni politici inaspettati che potrebbero cambiare il quadro della maggioranza in aula.

L’episodio avvenuto qualche giorno fa, durante un incontro organizzato presso l’aula consiliare dal consigliere Giuseppe Lipari, capogruppo di Giovani Cambia Menti, tra gli esercenti del centro storico e i residenti per appurare e risolvere le criticità della movida, è sfociato in caso politico.

A chiusura dei lavori la consigliera del gruppo “Amo Trapani”, dopo avere più volte chiesto la parola, insiste nell’intervenire, viene stoppata da Lipari, che presiedeva i lavori, sostenendo che non c’era più tempo e che i dipendenti comunali avrebbero dovuto essere pagati in più arrecando danno alle casse comunali.

Non concedendo la parola Lipari apostrofa malamente la consigliera: non c’era bisogno di alcuna passerella.
Chi segue il consiglio comunale di Trapani, anche via streaming, sa che gli interventi della Garuccio non sono mai una passerella, e se pure lo fossero, insieme ad altri consiglieri, non è un collega che può decidere che la passerella non debba avvenire. Sarà il corpo elettorale, alla prossima consultazione, a decidere.
I colleghi d’aula della consigliera hanno fatto quadrato attorno alla Garuccio, uno scontro che avrebbe dovuto appianarsi in breve tempo con delle scuse ma che hanno addirittura portato Dario Safina a dimettersi dalla carica di vice presidente.
Le dimissioni giungono per motivazioni che attengono al comportamento dei consiglieri comunali, sopravvalutato per alcuni e sottovalutato per altri: “Non è possibile prevedere, a fronte di errori analoghi, l’ostracismo per alcuni ed un piccolo buffetto per altri”.
Il riferimento di Safina è al consigliere Peppe La Porta che più volte si è lasciato andare a delle frasi inappropriate per il ruolo ricoperto. Nessuno scossone per il sindaco Tranchida, Safina resta un suo leale sostenitore: “Il mio rapporto con l’Amministrazione rimarrà solido, perché sento che questa città necessità dell’impegno di uomini come il Sindaco Tranchida. E sono certo che l’impegno dell’Amministrazione condurrà non solo ad avere una nuova e più vivibile città ma anche una nuova e più credibile politica”.
Quella di Safina potrebbe essere la spinta verso un’azione politica marcatamente più incisiva, libero da un ruolo di pacificatore e di super partes, libero da vincoli che lo trattengono da interventi spiccatamente più forti.
Il fatto è che politicamente questa azione non avrebbe dovuto avvenire adesso e nel contesto in cui è maturata. Safina ha sempre detto la sua, ha difeso posizioni politiche nette e ci ha messo la faccia, dimettersi adesso equivale ad un gioco delle parti che difficilmente potrà essere compreso dai cittadini.
A fare da pompiere in tutta questa vicenda è stato Giuseppe Guaiana, presidente del consiglio, che ha chiesto a Lipari le scuse pubbliche alla collega, avvenute anche mediante comunicato stampa, e che ha fatto rientrare, almeno apparentemente, la situazione.
Nessuna querela presentata da Lipari al consigliere La Porta, lo precisa nel suo comunicato, nonostante i toni non siano stati consoni al ruolo ricoperto, ma tiene a precisare anche che non ha padrini nè padroni, come il sindaco Tranchida.

Del resto la politica non si fa a suon di querele quando una voce nel bosco crea l’eco imperfetto, non è questo di cui la città di Trapani ha bisogno dopo gli scossoni politici e giudiziari.