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14/04/2019 10:00:00

Le talpe di Montante "dentro il sistema"

Si è tolto un sassolino dalla scarpa il pm Maurizio Bonaccorso rispetto all'accusa di associazione mafiosa che pende sul capo di alcuni imputati. Ha detto durante la lunga requisitoria del processo con rito abbreviato che si svolge a Caltanissetta che l'accusa ancora non è stata archiviata, il fascicolo è sulla sua scrivania e non sa ancora se lo archivierà. Ha messo un punto fermo rispetto a quanto si è detto negli ultimi giorni e poi ha continuato. Ha parlato dettagliatamente, ricostruendo tutte le indagini, della posizione di due imputati al processo al «Sistema Montante». Erano dentro al sistema mani e piedi. Diego Di Simone Perricone, ex capo della sicurezza di Confindustria difeso da Marcello Montalbano e Marco De Angelis, ispettore di polizia difeso da Monica Genovese, sapevano ciò che facevano: questo il nucleo fondante sul quale si è basata la requisitoria dell'accusa. Il sistema Montante poteva contare su due pedine fondamentali per conoscere i fatti privati di chi poi era oggetto dei dossier dell'ex capo di Confindustria Sicilia.

Gli accessi abusivi allo Sdi seguivano, secondo Bonaccorso, una procedura precisa; il pm ha analizzato fatto per fatto, accesso per accesso, e la catena era costituita da Di Simone che ordinava, De Angelis che appuntava i nomi e Salvatore Graceffa che per la maggior parte dei casi eseguiva fattivamente l'accesso abusivo al sistema informatico della polizia di Stato. Tutto accadeva per conto e su incarico di Montante. La loro versione dei fatti non è credibile, questo ha ribadito la pubblica accusa, perché ci sarebbero una serie di atti, che ha illustrato nella lunga requisitoria, dai quali si evince che loro non potevano non sapere che la loro attività non aveva a che fare con Confindustria. In particolar modo le ricerche sul magistrato Nicolò Marino e gli accessi richiesti sui collaboratori di giustizia. Era il modo semplice e veloce per conoscere i fatti privati di chi era contro Montante. Lui cercava i punti deboli attraverso i suoi sodali per poi colpire i nemici del sistema. Ci sono giornalisti, politici, esponenti delle istituzioni, molti dei quali si sono costituiti parte civile al processo. Le richieste di pena saranno fatte alla fine di tutte le requisitorie. Prossima udienza martedì 16: sarà trattata la posizione del colonnello della guardia di finanza Gianfranco Ardizzone.