Non riesce proprio ad entrare nel vivo il processo ai tre tecnici e all’imprenditore edile coinvolti nell’indagine sulla “lottizzazione abusiva” di Torrazza ad opera della Roof Garden di Michele Licata.
Nell’ultima udienza, infatti, c’è stato ancora un altro “difetto di notifica” (all’imputato Gianluigi Pirrera) e di conseguenza un altro rinvio, Stavolta al 28 giugno prossimo.
Davanti al giudice monocratico Matteo Giacalone sono imputati gli architetti Giovanni Giuseppe Cammarata, tecnico “storico” di Licata, Gianluigi Pirrera e Gian Piero Lentini, progettista dello stabilimento balneare, e l’imprenditore edile Giuseppe Sciacca.
Tutti, secondo l’accusa, avrebbero avuto un ruolo nel progetto di “cementificazione” della zona di Torrazza. A sostenere l’accusa è il pm Antonella Trainito. Tra i difensori, gli avvocati Stefano e Andrea Pellegrino e Roberto Genna. A rappresentare, invece, come legale di parte civile, il Comune di Petrosino è l’avvocato Valerio Vartolo, che nel processo a Michele Licata era stato affiancato dall’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Saltata l’udienza di ieri, il 28 giugno dovrebbero essere ascoltati due tecnici consulenti della Procura: gli ingegneri Casano e Costarella. Alla prima udienza, lo scorso 28 settembre, la difesa aveva sollevato, tra le varie eccezioni, la presunta “genericità del capo d’imputazione”, chiedendo al giudice anche la dichiarazione di “nullità” dell’avviso conclusione indagini preliminari (in tal caso, l’iter doveva essere riavviato daccapo) in quanto il pm non ha ascoltato l’architetto Pirrera. Il giudice Giacalone, comunque, non ha accolto le eccezioni della difesa, dando ragione al rappresentante dell’accusa. Per la “lottizzazione abusiva” di Torrazza, Michele Licata è già stato condannato, in primo grado, a due anni e mezzo di reclusione.