Violette Impellizzeri è la scienziata di Alcamo che fa parte del team che ha prodotto la prima eccezionale foto di un buco nero nello spazio. Ha mantenuto un marcato accento siciliano nonostante sia lontana dall'Italia da più di 20 anni. "Un giorno vorrei tornare, il problema è che i posti di lavoro per noi astronomi sono tutti già assegnati...", confessa ad HuffPost.
Racconta: "Io ho visto quell'immagine in anteprima, circa tre mesi fa. Ho firmato un accordo in cui mi impegnavo a non mostrarla a nessuno. Ma quando l'ho vista, l'emozione era così grande che non ho resistito. Sono tornata a casa e la prima cosa che ho fatto è stata farla vedere a mio figlio di 4 anni. Gli ho detto: 'Guarda, quello è un buco nero. Non dirlo a nessuno che te l'ho fatta vedere, nemmeno a papà'. E lui ha capito la mia emozione e mi ha risposto: 'Bello mamma, è proprio figo'".
Cresciuta ad Alcamo Violette Impellizzeri nella sua città ha frequentato la scuola media «Sebastiano Bagolino», poi il liceo scientifico «Giuseppe Ferro». Dopo la specializzazione a Bonn e in America, si è trasferita in Cile per lavorare all'Alma.
Ecco un estratto dell'intervista ad Huffpost (qui il link).
41 anni, siciliana di Alcamo, si è laureata a Bonn, in Germania, poi ha fatto un post-dottorato in Virginia e un altro in Cile, prima di arrivare ad Alma. Il percorso di un (super) cervello in fuga.
(ride, ndr) Non so se sono un cervello, in ogni caso sì: sono in fuga. Mi sarebbe piaciuto tornare in Italia, ma da noi c'è la fila. Gli scienziati bravi non hanno un posto fisso: ci sono pochi posti destinati alla scienza e sono quasi tutti precari. Il cervello in fuga si materializza quando dice 'io vorrei tornare ma non so come'. Noi scienziati cervelli in fuga siamo finiti nel buco nero di un paese che non investe nella ricerca. Dall'Italia poche volte sento di proposte per impieghi, e ogni volta colleghi mi dicono: 'lascia perdere, già sanno a chi assegnarlo'.
Sia sincera, però: le manca la Sicilia.
Sì, quel mare d'estate...