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18/04/2019 06:00:00

Trapani, Safina: "Ecco perchè mi sono dimesso da vice presidente del consiglio comunale"

Dario Safina, ex vice presidente del consiglio comunale di Trapani. Cosa l’ha indotta a dimettersi?

 

Io non ho detto che quella carica mi impediva di esprimere il mio pensiero, ho detto che in questo modo ho la possibilità di intervenire direttamente nelle discussioni interne alla maggioranza. Io non ho mai detto che Lipari non abbia sbagliato, ho detto che ha sbagliato e che doveva chiedere scusa, lo ha fatto e penso che un fatto del genere non accadrà più. Ho anche detto, però, che non è possibile che si chieda a Lipari di cospargersi il capo di cenere e ad altri invece no.

 

Parla di Peppe La Porta?

 

Si, La Porta è stato sempre attento ai rapporti con la maggioranza ma in quella circostanza ha sbagliato e io sono contrario ai due pesi e alle due misure.

 

Ha sbagliato perché ha difeso la collega Garuccio del suo gruppo consiliare…

 

 

Gli errori degli altri non giustificano mai i nostri.

 

Safina, perché le dimissioni arrivano adesso e non prima?

 

Mi sono reso conto che il rapporto all’interno della maggioranza era a colpi di prove di forza e questo non può diventare la normalità. Che ci siano delle frizioni ci sta ma ad oggi abbiamo dimostrato in aula di avere approvato manovre di 6 milioni di euro, abbiamo approvato il baratto amministrativo all’unanimità, abbiamo approvato la Tari insieme.

 

Pensi che a Marsala si parla di baratto amministrativo dal 2015, il prossimo anno si andrà a votare e ancora se ne parla senza mai averlo approvato…

 

Non solo, l’atto che ci ha preparato il dirigente non ci ha convinti e lo abbiamo in aula modificato insieme a tanti altri consiglieri, come la Spada, la Bianco. Lo abbiamo fatto insieme e abbiamo dimostrato che siamo un consiglio comunale autonomo e autorevole.

 

Il caso Garuccio-Lipari si è creato perché l’incontro è stato proprio organizzato dentro un’aula deputata alle istituzioni, non è meglio organizzarli altrove?

 

C’è un regolamento e prevede che ai gruppi consiliari per fare attività come convegni si può concedere lo spazio. Questa città è monca di spazi pubblici, dove si devono svolgere i dibattiti? Ad affittare le sale a 600 euro per qualche ora? In quel momento si stava svolgendo un convegno, Lipari ha sbagliato e si è fatto tradire da qualche polemica che c’era stata prima.

 

Lei non sarebbe caduto in questa polemica…

 

Ma perché io sono uno che la parola la dà sempre. E poi sono uno a cui la bagarre piace.

 

Lo sapevate che prima o poi con questa maggioranza la bagarre sarebbe scoppiata…

 

Noi abbiamo dimostrato che la maggioranza non sta implodendo, gli atti li approviamo insieme e quelli che non abbiamo approvato sono quelli che non attengono al governo della città ma a questioni prettamente politiche. In politica non bisogna essere per forza amici, l’importante è che ci sia la condivisione delle battaglie.

 

C’è una posizione comune sull’aeroporto di Trapani?

 

Su Birgi non ho ancora espresso la mia opinione ma stanno emergendo una serie di proposte, come quella di Riolo, che non mi pare malvagia. Prevede l’abolizione delle tasse di imbarco e la proposta è buona perché non riguarda solo l’aeroporto di Trapani ma potrebbe impegnare il governo su altri scali. Critico chi butta la croce addosso a Leoluca Orlando, è normale che un sindaco che ha reso una società solida si prende una società come Airgest. Se Musumeci vuole essere davvero serio e favorendo l’accorpamento con Palermo perché non ci mette i danari? Garantendo i voli rendendo funzionale l’aeroporto di Trapani.

Alle europee voterà Pd?

 

Io voterò sempre Pd, possiamo cambiare il Paese.

 

Ha già individuato la terzina?

 

No, io voto secco un candidato.

 

 

Lei ha detto che è un dirigente del Pd, bisogna capire di quale partito. E’ stato lanciato qualche mese fa è stato lanciato come segretario provinciale, questo partito a Trapani dove pensa di andare?

 

Abbiamo fatto le primarie nazionali e ha vinto Zingaretti, a lui il compito adesso di ricostruire il partito a cominciare dal regionale. Serve la proposta politica ma servono le gambe su cui deve correre la proposta politica, inutile nasconderci dobbiamo dire che questa classe dirigente non è stata ritenuta all’altezza da parte dei cittadini.

 

Quale classe dirigente?

 

Tutto il gruppo dirigente regionale e locale. All’indomani delle regionali dissi subito che si trattava di un risultato drogato non frutto di una classe dirigente del territorio.

 

C’erano tre gruppi dirigenti che si sfidavano

 

No, non c’erano tre gruppi dirigenti che si sfidavano ma tre uomini che si sfidavano e che avevano un consenso fortissimo nell’elettorato a prescindere dalla loro adesione al Pd e quindi si raggiunse quel risultato. Noi abbiamo circoli che non si aprono e ci sono Comuni dove il segretario non c’è da mesi.

 

Ma lei queste cose le dice solo in una intervista o è andato in segreteria regionale a dirlo e a chiedere chiarimenti?

 

E infatti io mi sono dimesso proprio per questo, in polemica con il modo in cui si operava. Dobbiamo aprire un doppio canale. Io penso che se il Pd individuerà le questioni che stanno a cuore alla gente e che abbia al centro la solidarietà economica e sociale potrà ripartire.

 

Safina, è dal mese di marzo 2018 dalla sconfitta che avete subito che non vi siete più ripresi e parlate con i se e con i ma e non create l’alternativa…

 

Io vengo da una storia in cui si è vinto ma si sono prese anche scoppole sonore, l’indomani si apriva la discussione sulla sconfitta.

 

Circa 15 giorni fa mi disse che è prossimo al ritiro, è l’ultima consiliatura. La spendiamo una proposta concreta?

 

Io mi sto impegnando a formare un nuovo gruppo dirigente che non sia solo quello del Pd, ritengo che ci debbano essere più gruppi dirigenti per un sano confronto e che ci possa dare una prospettiva di largo futuro.