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22/04/2019 08:50:00

Antonio Ingroia fermato ubriaco a Parigi, i commenti e l'ironia della stampa

 Sono tanti i commenti su quanto accaduto ad Antonio Ingroia,  l' ex pm, oggi solo avvocato, è stato fermato all' aeroporto parigino di Roissy mentre si stava imbarcando su un volo per l' Italia perché era «visibilmente in stato di ebbrezza». Come racconta Repubblica.it, l' ex esponente politico, leader di Rivoluzione civile, è stato costretto a «tornare indietro». Secondo fonti aeroportuali il rifiuto di imbarco non avrebbe provocato resistenza da parte di Ingroia, che è stato portato in una zona dello scalo non lontana dai gate.


Il consolato italiano a Parigi è stato avvertito. Ingroia è stato fatto partire qualche ora dopo, una volta ripresi i sensi e in grado di viaggiare per rientrare in Italia.

Scrive Il Giornale:

La carne è debole e l' alcol forte, come narrano certe leggende metropolitane legate a Jean-Claude Juncker, avvocato lussemburghese e attuale presidente della Commissione europea. È un po' come se un sottile filo rosso, magari di Chianti doc, legasse i due. Entrambi avvocati, entrambi legati alla politica. Juncker, però, sino ad oggi non è mai stato fermato in aeroporto. Magari in altri luoghi, chissà. Mettendo da parte il commissario europeo, croce e delizia dei nostri conti, la notizia del stop di Ingroia a Parigi ha fatto il giro dei siti, diventando virale. Difficile far finta di nulla. Dal diretto interessato nessuna replica, nessuna ripsosta. Del resto in certi casi meglio tacere. Non è bello dover spiegare perché accadano certe cose. Soprattutto se di mezzo ci possono essere questioni personali. Però passare così dalle stelle alle stalle, anzi alle cantine, dai...

Vittorio Sgarbi  sparge sale sulla ferita dell'ex magistrato su Twitter. Il critico d'arte, infatti, lo infilza con una battuta fulminante: "Ingroia era in Francia per la 'trattativa' Nero d'Avola-Cabernet Sauvignon"

Aggunge Quotidiano.net:

La notizia di Antonio Ingroia beccato ubriaco all'aeroporto parigino di Rossy fa venire in mente l'aura di immacolato fustigatore dei pubblici costumi che l'ex pm si era ritagliato addosso ma soprattutto l'enfasi moralizzatrice che una certa sinistra aveva riversato sul personaggio, descritto come l'incorruttibile Catone il censore attraverso il quale redimere il mondo. Per un certo periodo, Ingroia è stato l'ennesimo papa straniero che una sinistra sempre alla ricerca di un salvatore di se stessa prima che la società si era inventata.
Una sinistra che, come spesso le è capitato, ha confuso l'etica con la legge e ha adottato la morale invece che le idee come metro di proposta politica. Quando poi accade, e accade sempre, che il puro si scopre non troppo puro, ecco che tutto finisce in niente, in attesa di un altro cavaliere senza macchia e senza paura. L'ennesima lezione della vacuità di un certo modo di far politica, ancora più attuale nel momento in cui la giustizia torna a essere strumento di lotta politica. Se mai aveva cessato di esserlo.