Lo scorso 18 aprile il governo ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge della Regione Sicilia n.1 del 22 febbraio 2019, con la quale, fra l’altro, si era disposto ex art. 24 una disciplina transitoria, a livello regionale, per il rilascio di nuove concessioni demaniali marittime, fissandone modalità, termini, casi di revoca e l'utilizzo di procedure amministrative semplificate per le "autorizzazioni di durata breve per l'occupazione e l'uso di limitate porzioni di aree demaniali marittime e di specchi acquei", demandando, per tali fattispecie, a un decreto dell'assessore regionale per il territorio e l'ambiente la disciplina concernente le modalità di presentazione delle richieste e le procedure amministrative, nonché le modalità per il rilascio della concessione.
Nella delibera del consiglio dei ministri, il governo ha evidenziato che i commi dal 675 al 684 della legge n. 145 del 30 dicembre 2018 (ovvero la legge di stabilità che ha tra l'altro prorogato le concessioni di 15 anni, NdR) hanno delineato «una articolata procedura per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime, che prevede l'emanazione di un decreto del presidente del consiglio dei ministri che ne fissi i termini e le modalità»; che siffatto DPCM «è in corso di avanzata definizione» e che le disposizioni della Regione Sicilia «sovrapponendosi alla predetta disciplina statale emanata in materia [...] generano dubbi interpretativi e incertezze riguardo alla chiara individuazione delle norme di legge applicabili». Il governo, con questa ennesima impugnativa, ancora una volta ha inteso sottolineare «il consolidato orientamento della Corte costituzionale secondo il quale i criteri e le modalità di affidamento delle concessioni sui beni del demanio marittimo appartengono ad ambiti riservati alla competenza esclusiva statale dall'art. 117, secondo comma, lettera e), Cost., in materia di “tutela della concorrenza”». L’ennesima impugnativa del governo di una legge regionale in materia di demanio marittimo ancora una volta conferma la necessità e l’urgenza di una riforma organica della materia per evitare un continuo contenzioso costituzionale e per dare certezza agli operatori economici e ai soggetti pubblici che esercitano le funzioni amministrative.
Assume, pertanto, particolare rilievo la formale affermazione del governo che sarebbe «in corso di avanzata definizione» il DPCM previsto dalla legge di stabilità per la generale revisione del sistema delle concessioni demaniali marittime. Dobbiamo essere vigili e attenti affinchè, in questo riordino, siano salvaguardati i diritti delle imprese attualmente operanti e non vadano deluse le legittime aspettative delle 30.000 famiglie di balneari che con il loro lavoro forniscono un importante contributo al successo e alla crescita del turismo italiano. Fonte: MondoBalneare.com