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26/04/2019 06:00:00

Trapani, Giacomo Tranchida: "Non voglio credere ad un disegno per affossare Birgi..."

Giacomo Tranchida, Sindaco di Trapani, come è stata la Pasqua, ci sono stati tanti turisti in questi giorni?

No, ci sono state un po’ di presenze, ma non sono quelle a cui la città è abituata nel momento in cui il sistema dei servizi delle infrastrutture turistiche funziona a regime, compreso l’aeroporto di Birgi.

Sindaco, possiamo dire che ci sono state più polemiche che turisti riguardo alla processione?

Io mi auguro che vengano ad essere superate, anche perché lo spirito vero della Processione del Venerdì Santo è ben altro, ci sono state delle incomprensioni che devono essere ricondotte al buon senso. Questo è l’auspicio, ho fatto un appello e un invito pubblico e mi auguro che si possa andare in questa direzione.

Giacomo Tranchida, da tempo sostiene che bisogna promuovere la destinazione turistica, è entrato anche in polemica con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che questo aeroporto non vorrebbe quasi farlo decollare, ci sono degli sviluppi dopo la riunione che si è tenuta a Marsala qualche settimana fa?

Musumeci è tornato a dire di volere incontrare Orlando al più presto per vedere se c’è la possibilità di fare il polo aeroportuale della Sicilia occidentale. Sulla stampa si legge però dell’altro. Vedremo quello che accadrà, io so soltanto che ci sono tanti operatori turistici molto incazzati, a cui do la mia piena solidarietà, e il 29 aprile consegneranno qualcosa come ventimila firme al Governatore Musumeci, a cui diranno di darsi una mossa, perché è finito il tempo del “volemose bene”, così non si va da nessuna parte. C’è un’autorità politica, a maggior ragione per quanto riguarda il funzionamento delle infrastrutture strategiche, parlo del sistema aeroportuale della Regione, che ci deve dire se dobbiamo fare il fidanzamento con Palermo oppure se dobbiamo fare un matrimonio con il polo aeroportuale Catania-Comiso della Sicilia orientale.

Sindaco, la protesta #sevolovoto ha chiaro un obiettivo, non andare a votare, disertare le urna per le elezioni europee, se non si risolve la questione aeroporto di Birgi. Lei condivide questa strategia?

Io può anche darsi che vada a votare ma non vi dico quello che voterò. E’ una provocazione alla politica. Una richiesta di aiuto alla politica, al governo regionale e nazionale. Nessuno si può girare dall’altro lato e nascondersi dietro un dito. E’ una provocazione che pone una condizione: #sevolovoto, possiamo dire che non è un messaggio molto bello dal punto di vista della partecipazione democratica, ma ricordo che, quando c’era il referendum per la modifica della costituzione, qualcuno invitava i cittadini ad andare al mare. Io profondamente e culturalmente sono propenso a dire che la partecipazione al voto è un diritto e va esercitata, in questo momento, con questo chiaro di luna, detto tra noi, non so se il mio voto potrebbe essere utile perché vedo una strafottenza abissale, a maggior ragione da parte di chi ha la responsabilità di Governo sia su Palermo che su Roma. La vicenda è questa, se non c’è uno Stato e una Regione che si occupano delle infrastrutture strategiche, da che parte devono andare gli operatori e gli imprenditori? Non vorrei credere al disegno antico, datato e ogni tanto resuscitato, che ci sia tutta un’operazione e un’alchimia decisa ad alti livelli per affossare Birgi e valorizzare Palermo da un lato e la Sicilia orientale dall’altro. Io non ci voglio credere perché sarebbe roba da Procura della Repubblica più che altro.