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02/05/2019 09:34:00

Investitori italiani evitano i titoli nazionali e guardano ai mercati internazionali

Investitori italiani evitano i turbolenti titoli nazionali e guardano ai mercati internazionali
Le recenti incertezze a livello Europeo del nostro paese stanno lentamente spingendo ogni categoria di investitore al guardare altrove per assicurarsi un ritorno economico a fronte del proprio capitale investito. Questo è lo scenario odierno, creato dalla stagnazione dell’economia e un prospetto sempre più concreto di recessione.

Un recente sondaggio sui movimenti dei capitali provenienti da investitori italiani, ha sottolineato un crescente impegno con gli indici di scambio dei mercati azionari, ovvero lo scambio di titoli a basso volume ma capaci di rendere un profitto notevole. Questi, rigorosamente riferiti a mercati internazionali, dove l’economia è fiorente ed esiste un prospetto di crescita, aiutato da una politica favorevole e morbida.
Già lo scorso gennaio la commissione europea aveva dimostrato una certa preoccupazione per quella che era la situazione del nostro paese, sottolineando come – una mancanza di riforme in alcuni ambiti del nostro paese – non facesse alto che nuocere alla crescita dell’economia.
In questi mesi il governo ha cercato di andare incontro alle richieste del governo europeo, sottolineando però, quanto l’Italia desiderasse continuare ad applicare le proprie riforme, senza una totale influenza della commissione europea sul proprio operato. Una scelta non gradita dal presidente della commissione Jean Claude Junker.

Quali sono i mercati a cui guardano gli investitori nostrani?

Questa è la domanda che ogni categoria di investitore si sta facendo. Il dubbio nasce dalla poca conoscenza dei paesi in cui investire, lontani dal nostro, dove burocrazia ed economia funzionano in modo nettamente diverso.
Secondo un recente articolo sul Forbes, l’economia di alcuni paesi asiatici, come la Malesia, Sud Corea e Tailandia, in questi anni sta conoscendo un boom mai sperimentato prima d’ora. Ma perché il boom economico è presente soprattutto in questi paesi asiatici e in nessun membro dell’eurozona?
Cominciamo con il dire che i costi di manodopera e le tasse dell’impresa sono molto vantaggiosi in alcune di queste nazioni, rendendo più economico l’operare per le grosse compagnie multinazionali. Stesso accade per quelle compagnie che lavorano su internet, non fisicamente connesse ad un territorio per ragioni logistiche. Gli indicatori economici per queste nazioni sono molto forti ed hanno conosciuto un nuovo primato nei primi mesi di quest’anno.
Secondo alcuni economisti, proprio l’asia potrebbe essere il nuovo centro dell’economia nei prossimi anni, favorita da questo crescente fenomeno di investimenti, provenienti soprattutto dai paesi europei.

Si presenteranno cenni di ripresa nei mercati nazionali?
È difficile prevedere se si presenteranno cenni di ripresa nei mercati nazionali. Sicuramente, l’attuale situazione economica non permette ai mercati di crescere in maniera consistente, dati i troppi paletti che bloccano le imprese.
Se una serie di riforme dovrebbe essere fatta, anche a favore dell’industria e dei commercianti, questa situazione potrebbe lentamente arrivare ad una conclusione, ma ci sono in mezzo una serie di complicazioni che obbligano il governo a mantenere una condotta dura e inasprire la tassazione a tutte le categorie.
Al momento, gli investitori italiani sembrano piuttosto felici nell’indirizzare i loro investimenti a indici appartenenti a paesi esteri, date le aspettative prospere ed un ritorno economico più che consistente.