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04/05/2019 06:00:00

Le amministrative in Sicilia, come ne esce il governo Musumeci

 Le Amministrative in Sicilia hanno creato movimento nella politica regionale.
Nello Musumeci, presidente dell’Isola, non può più ignorare le percentuali della Lega, il partito trascinato dal leader Matteo Salvini, che irrompe nelle piazze ma non nelle urne. Il consenso non è direttamente proporzionale, poi sui territori la differenza la fanno i candidati, ma c’è il sindaco di bandiera a Motta Sant’Anastasia.


Salvini trascina ma non raggiunge in Sicilia quelle percentuali sperate. A Caltanissetta, ad esempio, il plotone schierato accanto ad Oscar Aiello, candidato sindaco, fa cilecca. A fare da padrone di casa è stato l’onorevole Pagano, che era certo dell’ottimo risultato, ma i voti sono stati circa 3000. Poca cosa.


Stessa cosa a Bagheria, Gino Di Stefano ha riempito la piazza ma non le urne, la gente ha acclamato Salvini ma poi ha votato Tripoli, evitando il ballottaggio, sindaco appoggiato dal Pd ma anche da Fratelli d’Italia. Un mix di civismo che confonde l’elettore: pronto a votare tutto tranne che una bandiera.
Eppure dalla Regione si cerca di fare spazio alla Lega, si attenderà il risultato delle europee per comprendere, e meglio, la tenuta di un partito che senza il suo leader potrebbe essere ridotto a percentuali risicate.


Nella due giorni in Sicilia il Ministro Salvini ha fatto tappa a Corleone e proprio lì ad attenderlo, come forma istituzionale vuole, è stato Musumeci insieme all’assessore alla Salute, Ruggero Razza.


Sia il primo che il secondo hanno sempre privilegiato un maggiore dialogo con Fratelli d’Italia e con la Lega. Durante un congresso di Diventerà Bellissima Musumeci ha chiesto ai suoi di non schierarsi per le europee, ma sarà difficile. Razza è vicino a Salvini, Stancanelli è candidato con il partito della Meloni.


Ne prendono le distanze altri leader politici. Gianfranco Miccichè da mesi combatte questa battaglia contro i sovranisti e i populisti, è pronto ad allearsi con pezzi del Pd, con cui dialoga da tempo.
La strategia politica di Miccichè è diversa da quella del presidente Silvio Berlusconi, che con Salvini e Meloni auspicherebbe un governo di breve formazione, anticipando le elezioni.


Miccichè legge i dati in maniera parziale, nel resto d’Italia il centro destra vince perché gli azzurri fanno asse con la Lega. Forza Italia in Sicilia chiede ai moderati di mettersi insieme, esperimento che necessita di un nuovo contenitore.


Si aspetteranno i risultati delle europee, i forzisti a Catania non hanno concesso un posto in lista, in molti hanno abbandonato e si sono detti pronti a votare Lega o Fratelli d’Italia, dalla sua Miccichè sostiene che il partito si attesterà al 20%.


L’UDC è contro l’ alleanza con la Lega, netto il disappunto di Eleonora Lo Curto, capogruppo all’ARS, contro ogni tipo di politica estremista di Salvini.
Le elezioni europee saranno anche il banco di prova per il movimento Cinque Stelle, le amministrative hanno scoperto il nervo: è in calo. A dare la volata per la competizione del 26 maggio sarà il leader Luigi Di Maio? Intanto perdono a Bagheria, a Gela, e non arrivano al ballottaggio a Mazara.
Il 26 notte a leggersi non saranno solo i voti ma anche il futuro delle alleanze, nazionali e regionali.