Come di consueto, facciamo il nostro punto su quello che succede attorno all’aeroporto di Trapani Birgi. Un aeroporto in forte crisi, con un calo di passeggeri drammatico, che non riesce a risollevarsi.
Interessante è quello che si muove sulla situazione societaria. Il Vincenzo Florio è gestito da Airgest, società che un tempo era mista, pubblico-privati, adesso è praticamente interamente della Regione Siciliana che detiene il 99,9% delle quote.
Da mesi si dibatte sulle sorti dell’Airgest, in crisi economica e continuamente finanziata dalla Regione. Si è arrivati alla conclusione che Airgest da sola non può stare. L’aeroporto di Birgi non si può più gestire da solo, ha bisogno di fare coppia con qualcuno. L’idea è sempre quella della fusione con l’Aeroporto di Palermo, o meglio della creazione di un polo aeroportuale della Sicilia Occidentale. Ma il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, Comune socio di maggioranza della Gesap, non è favorevole ad una fusione, non vuole accollarsi i debiti di Airgest: “Prima Birgi dovrebbe risolvere i suoi problemi economici” ha sempre detto Orlando.
La fusione con Palermo nelle ultime settimane si è fatta sempre più lontana. E quella che prima sembrava essere una “boutade” adesso prende sempre più piede: il progetto della fusione di Birgi con Catania.
Anche qui, più che fusione si tratta di creare un polo aeroportuale, in questo caso tra gli scali di Birgi, Catania e Comiso. Se non dovesse andare in porto la fusione tra Airgest e Gesap, quindi, c’è la proposta, che arriva direttamente dal Governo regionale di aggregare gli scali di Trapani, Comiso e Catania.
L’idea del Governo nasce dalla necessità di razionalizzare i costi e migliorare i servizi delle società di gestione. Inizialmente si pensava alla creazione di un unico polo siciliano, una strada impraticabile che sposta l’attenzione verso la creazione di due poli aeroportuali. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha infatti dato mandato agli assessori alle Attività produttive, Mimmo Turano, e alle Infrastrutture, Marco Falcone, di attivarsi in questa direzione. “Il commissario dell'Irsap (Istituto regionale sviluppo attività produttive), Giovanni Perino, su nostra richiesta ha rappresentato alla Assemblea dei soci di Sac (Società Aeroporto Catania) l'opportunità di avviare trattative per l'acquisizione del controllo di Airgest, pur rimanendo privilegiata e razionale l'idea di un unico soggetto di gestione degli aeroporti della Sicilia occidentale”, affermano in una nota congiunta i due assessori.
Quella che prima sembrava una provocazione, il “triangolo” Comiso-Catania-Trapani potrebbe essere la soluzione, quindi. L’ipotesi è stata vagliata anche dall’assemblea dei soci di SAC, la società di gestione di Catania Fontanarossa. Una società che nell’ultimo esercizio ha realizzato utili per 11,2 milioni di euro al netto delle imposte, quindi in salute.
Per studiare una soluzione per Birgi nei giorni scorsi il governo regionale ha istituito un comitato tecnico, presieduto proprio dal governatore Musumeci, trovando il plauso del presidente di Airgest, Paolo Angius. Il comitato si è dato tre mesi di tempo per venire a capo della questione.
Infine è fissato per domani, martedì, un incontro tra il senatore e sottosegretario Vincenzo Maurizio Santangelo, del Movimento 5 Stelle, con il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli. Il punto principale oggetto dell’incontro riguarda le misure per tutelare gli aeroporti minori, quindi anche quello di Trapani-Birgi.
Il ministro alcuni giorni fa è stato in provincia di Trapani, più che altro per un tour elettorale, e ha incontrato i rappresentanti del comitato #sevolovoto che nel frattempo ha portato in Regione circa 43 mila firme raccolte sul territorio per chiedere soluzioni concrete per salvare Birgi.
Proprio in queste ore il comitato è intervenuto sul "gruppo di lavoro" istituito alla Regione. Il comitato dichiara che non ha nessun politico che li rappresenta e ha chiesto che un loro rappresentante facesse parte del comitato tecnico.