Quando ha spedito la domanda, nella primavera del 2000, Daniela Lombardi stava per compiere 26 anni. Le ci sono voluti esattamente 19 anni e 9 giorni più un paio di ricorsi vinti e alla fine è riuscita a conquistare il posto a cui aveva diritto: lavorerà all'assessorato regionale ai Beni Culturali. Alla Regione invece questo tortuoso percorso costerà almeno due milioni e mezzo di risarcimento danni. Anzi, probabilmente perfino il doppio.
Daniela Lombardi è stata la prima a firmare il contratto a tempo determinato. La prima di un primo elenco di 45 persone che nell'aprile del 2000 avevano partecipato al maxi concorso dei Beni Culturali: 19 selezioni per un totale di poco meno di mille posti che provocarono una valanga di oltre 600 mila domande. Le Poste andarono in tilt. La Regione impiegò un anno solo per riuscire ad aprire e catalogare tutte le domande di partecipazione.
La selezione che è arrivata al traguardo nei giorni scorsi con la firma dei primi contratti è quella per assistente tecnico restauratore. Ma è un traguardo a cui si è arrivati solo grazie a una sentenza d'appello di qualche mese fa.
Torniamo all'aprile del 2000. Fra le 19 selezioni bandite, quella per restauratore è l'ultima ad avere almeno iniziato il proprio percorso. Ce ne sono state altre (per bibliotecario, aiutobibliotecario, naturalista, geometra e varie figure tecniche) per cui il concorso non è mai davvero iniziato e che dopo qualche anno furono annullate.
La selezione per restauratore invece si fece e già nel 2005 arrivò una prima graduatoria dei 97 vincitori. Che portò con sé una valanga di ricorsi. Fra il 2006 e il 2008 la graduatoria viene riscritta più volte. E quando tutto sembra avviato verso il traguardo arriva però una legge, nel 2008, che blocca le assunzioni alla Regione: problemi di bilancio. In più nel corso di questi ultimi dieci anni la Regione ha modificato la pianta organica e ha finito per cancellare proprio la figura dell'assistente tecnico restauratore.
In pratica, anche ottenendo lo sblocco delle assunzioni la Regione non avrebbe avuto un posto da dare a queste persone. Che nel frattempo però non avevano affatto rinunciato al posto: i ricorsi contro tutto ciò che la Regione decideva si susseguivano regolarmente. Nel 2017 la svolta, una sentenza obbliga la Regione a pubblicare la graduatoria definitiva. L'assessorato ai Beni Culturali lo fa ma precisa nel testo del decreto che questa graduatoria «non costituisce in alcun modo atto amministrativo da cui discende il diritto all'assunzione». È l'estremo tentativo di disinnescare una mina nei conti che però sta ormai per deflagrare. Forti della graduatoria definitiva i 97 vincitori del concorso hanno ottenuto una sentenza definitiva di assunzione. Notificata qualche settimana fa alla Regione.
A questo punto l'assessorato alla Funzione Pubblica ha dovuto procedere all'assunzione dei primi 45 vincitori di concorso che hanno una sentenza di secondo grado a loro favorevole. Altre 42 sentenze sono in arrivo nei prossimi mesi.
E i paradossi non sono finiti qui. Dei primi 45 che hanno ottenuto una sentenza di assunzione, in 3 hanno ormai raggiunto un'età per cui è prevista la pensione. Dunque a loro la Regione ha riconosciuto solo il risarcimento dei danni perché per quel posto tanto agognato sono ormai vecchi.
Anche agli altri 42 che hanno appena firmato il contratto a tempo indeterminato la Regione ha riconosciuto un risarcimento danni da 55 mila euro netti. In pratica, questa prima tornata di assunzioni è costata 2 milioni e 475 mila euro solo di danni: per coprire la spesa è stata necessaria una variazione di bilancio. Somme a cui vanno aggiunti i prevedibili danni da risarcire anche agli altri 42 ricorrenti che stanno per ottenere la sentenza. Ma almeno da questo punto di vista la Regione ha ottenuto un risparmio nel giudizio di secondo grado visto che la richiesta dei ricorrenti era di ottenere un risarcimento doppio.
Tutti inizieranno a lavorare entro fine maggio. Anche se non si sa ancora in che ruolo. La figura del restauratore è stata cancellata: dunque - spiegano alla Regione - andranno all'assessorato ai Beni Culturali ma con compiti ancora da definire. Un dettaglio rispetto a 19 anni e 9 giorni di attesa.