Stiamo raccontando da ieri la storia dell’onorevole Piera Aiello, la testimone di giustizia, eletta alla Camera nella fila del M5S.
Aiello è tornata a mostrarsi in pubblico da circa un anno. Fino a tutta la campagna elettorale per le Politiche del 2018 si è presentata come la “candidata senza volto”, per ragioni di sicurezza.
La sua immagine non era nemmeno sui fac-simile delle schede elettorali. Poi, dopo le elezioni, ha deciso di "riappropriarsi del proprio volto" per usare le sue parole, e di mostrarsi in pubblico.
Adesso l'onorevole Piera Aiello ha dunque un volto. E’ logico pensare che con l'elezione a parlamentare siano venute meno le stringenti esigenze di sicurezza che le avevano impedito di mostrarsi.
Piera Aiello oggi ha 51 anni; da 27 vive sotto protezione, in una località segreta fuori dalla Sicilia.
Facciamo un breve riassunto: Dopo la sua decisione di collaborare, scattarono per Aiello, e per la cognata, Rita Atria (sorella del marito) delle misure eccezionali di protezione. Rita Atria, lo ricordiamo, si legò talmente tanto a Paolo Borsellino, che ebbe con le due donne un rapporto molto paternalista, tanto da suicidarsi qualche giorno dopo la strage di Via D’Amelio, nel Luglio del 1992.
Cosa significa essere sottoposti alle misure del programma di protezione per i testimoni di giustizia? Essenzialmente si ha una nuova identità, un nome nuovo, una nuova scheda anagrafica, una sistemazione in una località “protetta”. Oggi c'è anche legge, la numero 6 del 2018, e prevede misure di tutela (art. 5), di sostegno economico (art. 6) e di reinserimento sociale e lavorativo (art. 7). A ciò si aggiunge una Legge Regionale siciliana che impone l’assunzione dei testimoni di giustizia nel pubblico impiego. Una serie di benefici importanti, dunque.
Il giorno in cui scatta il programma di protezione, nel 1991, Piera Aiello, tecnicamente è come fosse morta. Nel senso che la sua identità viene cancellata, all’ufficoi anagrafe del Comune di Partanna il suo nome non esiste più, la carta di identità perde di valore.
Nasce un’altra donna, un alias. La possiamo chiamare Miss X. Questa donna è sposata (Piera Aiello, invece, ricordiamo, è vedova) ha due figli, vive da tutt'altra parte, cambia completamente vita, e ha un posto di lavoro alla Regione Siciliana (così sembra, cercando sui motori di ricerca il nome segreto di Piera Aiello, spunta un suo incarico alla Regione Siciliana).
La prassi prevede anche che i beni di chi viene sottoposto ad un programma di protezione da parte dello Stato vengano confiscati, venduti, e poi il ricavato vada direttamente al “protetto”.
Attenzione. Tutti i documenti vengono messi in cassaforte. E il primo documento che viene “congelato”, è, pensate, un po’ il certificato elettorale. Senza certificato elettorale, non puoi votare, nè candidarti a qualsiasi elezione. Ma d'altronde non è un problema. Piera Aiello non esiste più. C'è Miss X, al posto suo, che gode di importanti benefici, della protezione, e anche della libertà di godere dei suoi diritti.
Miss X, però, non Piera Aiello.
Piera Aiello / Miss X vive la sua quotidianità anonima per alcuni anni. Poi, incontra Peppe Gandolfo. L’avvocato marsalese è il dominus della singolare associazione antiracket di Marsala, che, come più volte denunciato da Tp24.it, muove tanti soldi ottenuti come risarcimento danni nella costituzione di parte civile nei processi per mafia e reati affini, senza tuttavia aver mai concretamente assistito una vittima di racket ed estorsione a Marsala.
Della vicenda si è occupata di recente anche la trasmissione televisiva Le iene.
Alla ricerca di un presidente - testimonial, l'avvocato Gandolfo, che assiste legalmente Piera Aiello, la fa nominare presidente della sua associazione antiracket. I due fanno coppia: girano le scuole, fanno conferenze. Lei sempre senza mostrare il volto.
Gandolfo ha anche ambizioni politiche. Si è candidato senza successo in molti partiti e competizioni, è approdato ai Cinque Stelle.
Ai Cinque Stelle arriva anche Piera Aiello, che viene candidata, con successo, alle elezioni politiche del 2018.
Con i grillini il rapporto non è sereno. Dopo le elezioni, infatti, parte della base protesta: Aiello non è molto preparata (di fatto, non spicca per particolare specializzazione in qualche campo…), e a volte non accetta l’aiuto e le critiche dei volenterosi sostenitori dei Cinque Stelle. Con Gandolfo, inoltre, il rapporto si lacera per motivi mai del tutto chiariti.
Ma in realtà c’è dell’altro. Perché da più parti si solleva un dubbio: com’è possibile che una testimone di giustizia si sia candidata con un nome che non esiste più? Lei si limita a dire di "aver dribblato la Commissione Centrale" per potersi candidare. E continua: "Altrimenti mi avrebbero impedito di farlo". Cioè?
Non è una domanda di poco conto. Anzi: è” la” domanda.
La risposta è dietro la porta che vedete in questa foto.
Per chi fosse interessato, a questo link si può scaricare il pdf con le 274 pagine di istruzioni per candidarsi alle elezioni. Un esempio: la legge prevede che “Per evitare che persone prive dell’elettorato attivo partecipino alle elezioni in qualità di candidati e possano falsare i risultati della consultazione si richiede esplicitamente che la dichiarazione di presentazione della lista dei candidati sia corredata anche dei certificati nei quali si attesta che i candidati che fanno parte della lista sono iscritti nelle liste elettorali di un qualsiasi comune della Repubblica”.
Ecco, Piera Aiello in quale lista elettorale di quale Comune italiano è iscritta con quel nome? Non dovrebbe essere iscritta in nessun Comune.
Siamo stati all’ufficio anagrafe di Partanna. Abbiamo chiesto i documenti relativi a Piera Aiello. Ci hanno detto che la signora "non è certificabile". Cioè la sua posizione è congelata, è come se non ci fosse, dal Comune di Partanna non può uscire alcun certificato a suo nome. E allora?
La stessa Aiello sulla vicenda ha sempre glissato. “Io e il mio avvocato Gandolfo - ha detto una volta in un’intervista commentando la sua elezione - abbiamo dovuto fare qualche forzatura”. Ma di cosa si tratta?
Quale certificato elettorale ha allegato la signora Piera Aiello alla sua accettazione di candidatura? Sulla base di quale residenza?
Se lo chiede anche la Procura di Sciacca, competente per territorio su Partanna, che ha aperto un fascicolo. Attualmente, secondo fonti di Tp24.it, l'on.le Piera Aiello è indagata per falso in atto pubblico, ed è stata già ascoltata dai magistrati. E non è la sola ad essere indagata, in questa vicenda. Con lei è indagato un funzionario del Comune di Partanna, Rosario Sanfilippo, da pochi mesi in pensione.
Fonti interne al Comune di Partanna, che vogliono restare anonime, hanno raccontato una storia molto interessante. A fine Gennaio 2018 si presenta al Comune di Partanna, ufficio elettorale, l’avvocato Peppe Gandolfo. E' stato lui a fare iscrivere la signora Piera Aiello nelle liste elettorali. Non si capisce bene però in che modo. Qualche giorno dopo, però, è la Prefettura ad avvisare il Comune di un'anomalia nel rilascio del certificato. Nelle stanze del Comune succede un quarantotto, e si viene a scoprire del certificato elettorale misteriosamente stampato per una persona che non dovrebbe averlo. Ma ormai la candidatura è stata già presentata, e al Movimento Cinque Stelle, o tra gli elettori e gli organi preposti al controllo, nessuno sa quello che è accadauto.
Se è vero quanto raccontato, Aiello non poteva candidarsi alle elezioni, non avendo, con quel nome, il diritto all’elettorato attivo e passivo. E’ stata eletta il 4 Marzo, sulla base di un documento, la copia di un certificato elettorale, dalle origini misteriose. La sua elezione, pertanto, potrebbe essere dichiarata nulla.
Ecco perché, attualmente, si indaga per falso in atto pubblico.
“A noi, però, non ha mai detto nulla” raccontano alcuni attivisti del Movimento Cinque Stelle di Marsala. La conferma arriva dall'esponente più in vista del Movimento Cinque Stelle in provincia di Trapani, Vincenzo Maurizio Santangelo: "Non so nulla - dichiara a Tp24.it - e non so dirvi altro".
Eppure si tratta di un partito che dell'onestà ha fatto sempre vanto, tanto da essere impegnato in questi giorni con un braccio di ferro con il partito alleato, la Lega, sulla richiesta di dimissioni del vice ministro Siri, indagato per corruzione.
La deputata Aiello aveva l'obbligo, previsto dallo Statuto dei Cinque Stelle, di informare gli organi del Movimento sulle indagini a suo carico. Soprattutto perchè questa vicenda mette a rischio la sua elezione e il seggio conquistato nel collegio della provincia di Trapani.
Come mai invece non si è saputo nulla?
Forse perché c’è dell’altro da scoprire.
Ne parliamo domani.
- CONTINUA -
Giacomo Di Girolamo