Il giorno dopo il venerdì nero di Antonello Montante c'è chi urla vittoria, chi tira le somme, chi si attrezza per rilanciare. Quattordici anni la pena inflitta, tre anni e sei mesi in più rispetto alle richieste dei pubblici ministeri 10 anni sei mesi. «Non ci posso credere, non ci posso credere, non ci posso credere». Queste le prime parole di Montante. «Stai tranquillo Antonello tu stai tranquillo» la risposta di Panepinto, il suo avvocato che gli ha comunicato la condanna. Una mazzata che cade dritta sul capo dell'ex potente Antonello Montante, che a quanto racconta Panepinto si è chiuso in camera da letto in un profondo silenzio, non parla con nessun familiare.
Le prossime mosse della difesa: il ricorso in secondo grado. «Certamente proporremo appello, - afferma Panepinto - nelle more attendiamo che la Cassazione si pronunci anche sulla restante parte dell'accusa di associazione, perché un pronunciamento favorevole della Cassazione stravolgerebbe integralmente l'impianto accusatorio».
Il sospiro di sollievo invece lo ha tirato la città, Caltanissetta è stata risarcita per il danno di immagine, per la truffa alla quale è stata sottoposta. Settanta mila euro il risarcimento stabilito dal gup Graziella Luparello, il più alto assieme a quello per la Regione Siciliana. Un fatto assai raro che un giudice penale quantifichi l'entità del danno senza rimandare al tribunale civile.
E intanto emerge un nuovo inquietante particolare. Ci sarebbero stati forti pressioni sul sindaco per non costituirsi parte civile, inducendolo a una posizione attendista. Lo ha raccontato per la prima volta l'avvocato del Comune Raffaele Palermo: «Al di la della volontà del sindaco Giovanni Ruvolo e del vice sindaco Felice Dierna, tenere la barra dritta non è stato semplice per loro perché c'erano delle sirene che in effetti suggerivano di soprassedere di evitare di far costituire il Comune parte civile nel processo, di essere attendisti, non considerando il fatto che se il sindaco avesse seguire questo diverso orientamento avrebbe causato ulteriori danni rispetto a quelli che la città ha subito da questa cappa che l'ha oscurata per più di dieci anni». Era di cinque milioni di euro la richiesta di risarcimento danni, quantificata dal mancato arrivo dei fondi della Zona Franca della legalità era di 50 milioni di euro la somma prevista per gli investimenti a Caltanissetta e mai arrivati. «La città è stata ingannata con il miraggio della zona franca che avrebbe dovuto aiutare l'economia a liberarsi da condizionamenti ma che di fatto non è stata mai finanziata» così il sindaco uscente Ruvolo.
È stato anche il processo delle parti civili che hanno chiesto e avuto ribalta tanto quanto gli imputati, alcune si sono volute anche differenziare dalle altre per valore ed importanza. E poi ci sono i servizi segreti sempre presenti in tutta la vicenda Montante. Due dei quattro nominativi per i quali gli atti sono stati trasmessi alla procura sono Valerio Blengini e Mario Parente. Il primo vice direttore operativo dell'Aisi, quello della telefonata al questore di Caltanissetta Bruno Megale nella quale chiedeva informazioni sulle indagini a carico di Montate. Perente direttore dell'Aisi. Una spy story che parte dal centro della feudalità siciliana per arrivare alle alte sfere.