La problematica dello smaltimento della frazione organica, in Sicilia, rischia, anche questa volta, di assumere una portata così vasta da arrecare conseguenze assai dannose a livello ambientale ed economico.
A seguito del sequestro della Sicilfert, azienda di trattamento dei rifiuti organici e la chiusura dell’impianto di Belpasso, gestito dalla Raco srl, è venuta meno una importante capacità di smaltimento dal momento che trattava gli scarti organici di quasi un terzo dell’isola. Il contesto di mala gestione e di emergenza che, purtroppo, il territorio della Regione Siciliana vive ormai da decenni nel settore dei rifiuti urbani, per ultimo il traffico illecito di rifiuti e l’inquinamento ambientale ad opera della società che gestisce la raccolta differenziata nel trapanese, genera gravi rischi per l'ambiente, la salute e l'igiene pubblica.
Lo rende noto Caterina Licatini, portavoce M5S componente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, tramite la sua interrogazione parlamentare. “Alcuni comuni della Sicilia hanno iniziato un percorso virtuoso attraverso il miglioramento del sistema di gestione della raccolta differenziata, raggiungendo anche una percentuale dell’80%. Tuttavia, - aggiunge Licatini - per quanto concerne la frazione organica, gli impianti di compostaggio di numero già insufficiente, attualmente hanno subito un ulteriore riduzione tale da costringere i comuni ad inviare l’umido in centri del nord, aumentando in modo considerevole il costo di smaltimento. È necessario, per gli enti locali e per i cittadini, prevedere strumenti e incentivi per continuare a portare avanti un percorso di cambiamento”.